Cronache

Caso Amara, indagata anche la pm Pedio. "Omissione di atti sulla Loggia Ungheria»

La toga era titolare con Storari del fascicolo sul cosiddetto "complotto Eni"

Caso Amara, indagata anche la pm Pedio. "Omissione di atti sulla Loggia Ungheria»

Anche Laura Pedio, dopo Francesco Greco, indagata dalla Procura di Brescia per omissione di atti d'ufficio nell'ambito della vicenda dei verbali di Piero Amara sulla presunta «Loggia Ungheria». Il procuratore aggiunto di Milano Pedio si aggiunge appunto al capo dell'ufficio Greco.

L'iscrizione di Pedio è la conseguenza delle denunce del pm Paolo Storari, anche lui indagato dai colleghi bresciani per rivelazione di segreto d'ufficio. Storari consegnò infatti all'allora consigliere del Csm Piercamillo Davigo i verbali con le dichiarazioni di Amara, riferendo che i vertici della Procura milanese (Greco e Pedio in testa) avrebbero avuto l'intenzione di insabbiare il presunto scandalo Ungheria. Pedio e Storari erano insieme i titolari del fascicolo sul cosiddetto «complotto Eni». In quel contesto hanno interrogato e raccolto il racconto di Amara, ex avvocato esterno della multinazionale. Ci sono altri due pm milanesi indagati a Brescia, sempre per la gestione della vicenda giudiziaria di Eni-Nigeria. Sono il procuratore aggiunto Fabio De Pasquale e il pm Sergio Spadaro, l'accusa in questo caso è di rifiuto di atti d'ufficio. Nel condurre il processo contro Eni per la presunta maxi tangente pagata in Nigeria (gli imputati sono stati tutti assolti in primo grado) avrebbero tenuto nascosti elementi importanti che potevano andare a vantaggio delle difese.

Dopo l'emergere del caso Amara Storari era finito sotto accusa anche da parte del pg della Cassazione Giovanni Salvi, che aveva chiesto che il Csm ordinasse il trasferimento cautelare d'urgenza e il cambio di funzioni del pm di Milano. Per il procedimento Greco e Pedio inviarono a Roma una relazione in cui sottolineavano quello che per loro era un grave comportamento di Storari: la mancata sua astensione dall'indagine avviata nell'ottobre del 2020 sulla fuga di notizie, cioè sul recapito dei celebri verbali, gli stessi consegnati a Davigo, ad alcuni quotidiani. Il Csm ha poi bocciato la richiesta di trasferimento urgente di Storari. Quest'ultimo è quindi rimasto al proprio posto a Milano, in una Procura spaccata e con il procuratore Greco in uscita a novembre.

Ieri è inoltre tornato a parlare di nomine e accordi sottobanco Luca Palamara, ormai ex magistrato: «Chiedo scusa al presidente della Repubblica Sergio Mattarella - ha detto nel ricevere il premio Socrate 2021 -. La stagione di conflitto che si è aperta nella magistratura ha un inizio, il 27 settembre del 2018, allorquando una cena ha portato all'elezione dell'attuale vicepresidente del Csm Davide Ermini. Quella nomina ha creato una fibrillazione. Allo stesso modo, porgo le mie scuse ai professori Benedetti e Lanzi, che a seguito di quel meccanismo sono rimasti esclusi.

Se oggi dobbiamo privilegiare il merito, in quell'occasione ritengo sia stato lasciato il posto ad altro».

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