Economia

Il caso Apple e la ripresa che deve venire dai privati

La Apple ha annunciato un massiccio piano quinquennale di investimenti, che comporterà un impegno di ben 430 miliardi di dollari

Il caso Apple e la ripresa  che deve venire dai privati

La Apple ha annunciato un massiccio piano quinquennale di investimenti, che comporterà un impegno di ben 430 miliardi di dollari. Non soltanto si tratta di una cifra impressionante, superiore ai debiti che l'Italia si accollerà con il Recovery Plan, ma soprattutto il progetto già ora manifesta caratteristiche utili a mettere nella giusta prospettiva anche quanto si sta facendo in Italia. Apple aveva immaginato 20mila nuove assunzioni; saranno invece il doppio (cioè 40mila), che andranno aggiungersi agli attuali 95mila dipendenti. In particolare, l'azienda di Cupertino vuole creare un hub di alta tecnologia nella Carolina del Nord, con 3mila persone che faranno ricerca d'avanguardia. Per giunta, si prevede un notevole impatto del progetto su ben 9mila società che si occupano di forniture entro vari settori, incluso l'audiovisivo.

Quella fondata nel 1976 da Steve Jobs è un'azienda privata, che vanta un passato straordinario per la qualità dei suoi prodotti. Dispone di risorse proprie e di una credibilità che le permette di accedere facilmente ai mercati finanziari. Di conseguenza, i suoi investimenti non graveranno sui contribuenti: saranno soggetti privati (gli azionisti e le banche) a mettere a disposizione i capitali necessari a immaginare un futuro diverso nei settori di punta.

Per questo, gli americani possono nutrire fiducia nel futuro. Quando un proprietario mette in gioco il denaro di cui dispone, in linea di massima cerca di operare al meglio, sforzandosi di capire le esigenze del consumatore. Un imprenditore può sbagliare, ma opera entro un sistema di incentivi che lo spinge a essere il più possibile avveduto e in caso di errore è lui stesso a pagare il prezzo. In queste ore, l'azienda che prima di tutte ha integrato il telefonino e il computer sta provando a individuare le strade più promettenti e i progetti migliori.

Non è così da noi. In Italia, le grandi imprese quando ci sono sono spesso troppo legate al potere pubblico. Non hanno le risorse di cui dispone Apple e se ora stanno focalizzandosi sul Recovery è per intercettare qualche rivolo del denaro pubblico. Questo vuol dire che mentre in America è possibile un post-Covid basato su mercato e responsabilità, da noi la pianificazione che accompagnerà il Pnrr comporterà un'ulteriore politicizzazione dell'economia. Il rischio è che non si crei vera occupazione, ma si aumenti il numero degli statali; e invece che alleggerire la pressione fiscale, si accresca la spesa pubblica. Per giunta, si butteranno risorse in reali o presunte «grandi opere» che potrebbero essere scollegate da esigenze reali (dato che si opererà fuori dal mercato, e quindi senza sapere se c'è davvero interesse per quanto si fa).

In Europa non c'è nulla di simile alla Apple: il modello non è facilmente replicabile. Potremmo muoverci in quella direzione se iniziassimo a ridurre il peso dello Stato, ma questo è esattamente l'opposto di quanto stiamo per fare con il Recovery Plan

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