
Roma - Anche il sottosegretario all'Interno Filippo Bubbico finisce coinvolto - ma non indagato - nell'indagine che ha portato all'arresto l'ex sindaco di Santa Maria Capua Vetere, Biagio Di Muro, e che vede indagato anche il presidente (autosospeso) del Pd in Campania, Stefano Graziano.
Graziano, per la Dda, si sarebbe «speso» per agevolare lo spostamento del finanziamento della ristrutturazione di un palazzo storico dal capitolo di bilancio del Viminale per i beni confiscati a quello del Piano azione giovani. Un cambio che permetteva al comune di allungare i tempi per il termine dell'opera, affidata secondo la procura a imprese vicine al clan dei casalesi. In cambio, Graziano avrebbe ricevuto l'appoggio elettorale dello stesso clan - del quale per gli investigatori rappresenta «uno stabile punto di riferimento politico» - per le ultime elezioni regionali.
Ora, a quanto rivela un'informativa dei carabinieri di Caserta, viene fuori che l'intervento al Viminale di Graziano (e di Di Muro) sarebbe avvenuto sul sottosegretario Filippo Bubbico. Il nome emerge in una conversazione intercettata a febbraio 2015 tra l'ex sindaco e il presidente dei Dem campani. «Ho parlato pure con quello della segreteria di Bubbico», spiega Di Muro, passando poi la «palla» all'amico esponente del Pd: «Adesso te lo devi lavorare tu!». E Graziano lo rassicura: «va bene, va bene... poi ci parlo io con Bubbico ». E secondo i carabinieri, «l'impegno di Stefano Graziano con Biagio Di Muro assume una importanza fondamentale affinché un suo intervento presso l'onorevole Filippo Bubbico, e quindi poi presso la commissione ad acta, faccia sì che il finanziamento ottenga un cambio di destinazione».
Il sottosegretario, come detto non indagato, ha confermato ieri di essere stato interessato della vicenda da Graziano: «A gennaio di quest'anno, su richiesta di Stefano Graziano, ho attivato la mia segreteria perché raccogliesse informazioni sull'istanza presentata da quel Comune». Ma Bubbico ha anche ricordato come richieste simili di trasferimento di finanziamenti da un fondo all'altro hanno «riguardato complessivamente 340 progetti su specifica richiesta dei Comuni interessati», e non erano insomma richieste insolite.
Di certo nel
caso del palazzo Teti di Santa Maria Capua Vetere l'intervento stava molto a cuore all'ex sindaco, che, stando ancora all'informativa, si rivolge a Graziano ricordandogli che la questione era «un caso di vita o di morte».