Il caso di Logista Italia, la multinazionale della logistica che ha chiuso il deposito di Bologna, ha rinfocolato le polemiche sullo sblocco dei licenziamenti dopo le vicende Gkn, Gianetti e Timken. La modalità dell'annuncio, effettuato con un messaggio WhatsApp, ha innescato una serie di reazioni indignate. Logista ha precisato che i 15 dipendenti diretti saranno ricollocati, mentre a perdere il posto sarà un'ottantina di lavoratori in appalto di Logistic Italia. Philip Morris International (che si avvale del gruppo per distribuire in Italia i tabacchi lavorati) ha invece fatto sapere di non essere coinvolta nella riorganizzazione.
Sottolineature che non hanno impedito a Filippo Sensi (Pd) di rimarcare: «Non è un paese civile quello nel quale si possa tollerare che i diritti del lavoratori possano essere così vilipesi, irrisi, umiliati». Da Fdi Galeazzo Bignami e Walter Rizzetto se la sono presa con il ministro del Lavoro, Andrea Orlando, che «dopo un anno e mezzo di blocco dei licenziamenti non ha saputo pianificare alcuna soluzione concreta per evitare queste situazioni». Il segretario Uil, Pierpaolo Bombardieri, ha invece annunciato che tra fine agosto e inizio settembre ci sarà un incontro con il premier Draghi sul tema «ammortizzatori e politiche attive». Persa la possibilità di modificare in senso restrittivo il dl Sostegni bis, anche Nicola Fratoianni, leader di Si, chiede «norme che impediscano alle multinazionali di delocalizzare». A questo proposito il ministro dello Sviluppo economico, Giancarlo Giorgetti, ha anticipato l'emanazione di «una direttiva chiara che leghi i contratti di sviluppo alle aree di crisi: ritengo importante dare un segnale concreto e cioè l'impegno da parte degli investitori che ricevono agevolazioni a valorizzare zone e lavoratori di aziende in crisi».
E la difficile situazione occupazionale è stata fotografata anche da Confcommercio. Tra il 2000 e il 2019 i giovani occupati (15-34 anni) sono diminuiti di 2,5 milioni e, nello stesso periodo, è aumentata la quota di giovani che non lavorano e non cercano un'occupazione (dal 40% al 50%). Nel periodo 2004-2019, inoltre, si sono ridotti di oltre un quarto i giovani lavoratori dipendenti (-26,6%) e più che dimezzati gli indipendenti (-51,4%). Sono scomparse 156mila imprese giovanili e 345mila ragazzi sono espatriati negli ultimi 10 anni.
«Il sostegno alle imprese giovanili rende più robusta, diffusa e duratura la crescita economica: per questo è fondamentale utilizzare al meglio le risorse del Pnrr destinate ai giovani, soprattutto per quanto riguarda formazione, incentivi e semplificazione burocratica. Favorire nel nostro Paese l'imprenditoria giovanile è la risposta più efficace alle sfide della globalizzazione», ha commentato il presidente di Confcommercio, Carlo Sangalli.
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