Politica

La rivincita degli scout sugli sfottò

Shaw li chiamava "i bambini vestiti da cretini", sono sempre stati la cenerentola dell'associazionismo. Ma hanno formato tanti vip

Messa durante il raduno degli scout "Route Nazionale 2014"
Messa durante il raduno degli scout "Route Nazionale 2014"

Ne hanno fatta di strada gli scout cattolici fino a San Rossore ma c'è voluto l'appeal di Matteo Renzi per riportare l'intuizione di Lord Baden Powell sulle prime pagine. Una bella rivincita per un movimento che non è ancora riuscito a sfuggire al peggiore aforisma di George Bernard Shaw, quello dei «bambini vestiti da cretini», odioso refrain che da 100 anni perseguita lupetti, esploratori, guide, rover e scolte animati dalla folle idea di lasciare il mondo «un po' migliore» di come si è trovato.

Il metodo educativo è semplice: bisogna «imparare facendo» assieme agli altri e preferibilmente all'aria aperta, a contatto con la natura e così scoprire la lealtà, la responsabilità, l'indipendenza e la fiducia in se stessi. Serve «carattere» per sbrigarsela da sé, una buona abilità manuale, una vita attiva e un senso civico che viene messo in pratica attraverso un volontariato «vero», fatto di sacrifici e rinunce.

Nel corso degli anni l'Agesci ha cercato di sfuggire dall'abbraccio della politica, ritagliandosi uno spazio privilegiato all'interno del mondo dell'associazionismo cattolico. E se in più di una circostanza ha un po' ceduto «a sinistra», di recente è stato un traino per alcune battaglie «movimentiste» bipartisan, dalla lotta alla mafia al contrasto sulle droghe leggere, dal rispetto per l'ambiente alle manifestazioni in difesa dello Stato e della legalità fino alla Carta del coraggio firmata davanti al presidente della Cei Angelo Bagnasco in cui si chiede di considerare famiglia «qualunque rapporto di amore senza discriminare divorziati e conviventi». Diventare scout non è neanche troppo costoso, perché gli educatori fanno molta attenzione a non creare barriere tra ricchi e poveri. E in fondo la divisa che non piaceva a Shaw serve anche un po' a questo.

Anche la Chiesa ha visto nel movimento scout una sorta di «figlio di un Dio minore» per certi atteggiamenti un po' militareschi, preferendo puntare su realtà «parallele» come l'Azione cattolica, classico esempio di «cugino-nemico» per ogni scout che si rispetti. Il traguardo finale è il Gilwell, il fazzolettone che ti incorona capo (un passo difficile che non tutti raggiungono) la meta da una volta nella vita è la lapide che ricorda Baden Powell al centro di Westminster Abbey a Londra.

Il suo ondeggiare tra catto-comunismo e clerico-fascismo si può intuire snocciolando i nomi dei politici che hanno indossato il fazzolettone. Semel scout, semper scout oltre a Renzi e al presidente della Camera Laura Boldrini che hanno avutola faccia tosta di farsi un giro tra le tende di San Rossore sono stati «bambini vestiti da cretini» anche l'ex ministro dell'Istruzione Giuseppe Fioroni, l'ex Msi Ignazio La Russa, l'ex banchiere Corrado Passera, il leader del Social Forum Vittorio Agnoletto e l'ex capo della Protezione civile Guido Bertolaso. Ma anche gli attori Carlo Verdone, Daniele Luttazzi e Fabio De Luigi, i registi Dario Argento e Pupi Avati, Gino Paoli ed Elio delle Storie Tese, gli anchormen tv Pippo Baudo, Massimo Giletti, Paola Barale e Marco Baldini e persino quel buontempone di Roberto D'Agostino, creatore di Dagospia . Nell'86 la Route nazionale ai Piani di Pezza vide la presenza di Papa Giovanni Paolo II (bellissima la prima pagina del Giorno ) ma eravamo ostaggio di paninari e yuppies.

Chissà se oggi può diventare il Paese per chi è sempre in cammino «ma al passo del più debole».

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