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Il caso Uggetti scatena i forcaioli

L'assoluzione annullata dell'ex sindaco di Lodi. Toninelli si accanisce: fui massacrato

Il caso Uggetti scatena i forcaioli

Giustizialisti alla riscossa. La Cassazione annulla l'assoluzione di Simone Uggetti, lex sindaco di Lodi arrestato a maggio del 2016 e spedito a San Vittore per una presunta turbativa d'asta su un bando da circa 5mila euro su piscine comunali, condannato a 10 mesi in primo grado e poi assolto in appello cinque anni dopo, a maggio scorso. E chi dopo la sua assoluzione aveva masticato amaro dopo aver cavalcato quella storia, ora rialza la testa. È il caso di Danilo Toninelli. L'ex ministro era stato in prima linea quando si era trattato di sparare sull'esponente del Pd finito in manette, e pure quando la corte d'appello aveva spazzato via la condanna di primo grado assolvendo il primo cittadino, il pentastellato famoso per le sue topiche non aveva voluto fare retromarcia. Ci aveva pensato Luigi Di Maio a chiedere scusa pubblicamente, con una lettera al Foglio, per la gogna mediatica a fini elettorali messa in piedi con modalità grottesche e disdicevoli nei confronti del malcapitato ex sindaco di Lodi, successore di Lorenzo Guerini. Toninelli, invece, in aperta rottura con l'ex capo del Movimento Cinque Stelle, aveva sbottato: Non c'è da chiedere scusa, voglio prima leggere le motivazioni. Ovviamente, ora il senatore pentastellato è il primo che torna a parlare. Lo fa con un post su Facebook in cui capovolge gli eventi, e pare quasi che la vittima della gogna mediatica non sia stato l'ex primo cittadino Pd, ma proprio lui. Vi ricordate l'ex sindaco di Lodi, Simone Uggetti? Mi massacrarono, come al solito, a reti unificate, scrive Toninelli, perché rimasi sulla mia posizione dopo la sua assoluzione in appello. Ebbene la Cassazione ha appena annullato questa sentenza. Tutto da rifare. A questo punto conclude l'ex ministro - domando a coloro che vomitarono veleno su di me cosa ne pensano e se, oggi, un po' di vergogna la provano.

E oltre a Toninelli, torna a farsi sentire l'altra campana delle accuse all'ex sindaco, quel Fatto Quotidiano che sparò la notizia in prima pagina dal giorno degli arresti e che, con il direttore Marco Travaglio, ha sempre mantenuto una linea colpevolista, bollando come solenne sciocchezza anche il mea culpa firmato da Di Maio, arrivando peraltro a sostenere che Uggetti avrebbe confessato la sua colpevolezza, cosa mai fatta. E ora il Fatto Quotidiano annuncia la decisione della Cassazione di annullare quella sentenza di assoluzione, rimandando Uggetti a un processo di appello-bis. L'esordio del pezzo di Gianni Barbacetto è una stilettata a Di Maio: Qualcuno aveva chiesto scusa di averlo accusato. I suoi sostenitori avevano puntato il dito contro chi continuava a ricordare i nudi fatti (un bando di gara scritto insieme a chi doveva vincere l'appalto). Ora la Cassazione ha annullato la sentenza che lo aveva assolto, in appello, dopo la condanna in primo grado.

Così questa storia, minimale a prescindere, e che avrebbe trovato spazio quasi solo sui giornali locali se non fosse stata strumentalizzata per motivi politici da M5s e Lega, torna non solo al centro dello scontro tra grillini giustizialisti e convertiti al garantismo, ma anche di quello tra colpevolisti e innocentisti nell'esecutivo. Uggetti, dopo l'assoluzione, era stato anche al Nazareno, ospite di Enrico Letta che l'aveva invitato a dare un contributo ai Dem, e quando a novembre, parlando di riforme sulla giustizia, il M5s aveva di nuovo tirato in ballo quella storia, a replicare piccati erano stati i dem Filippo Sensi e Stefano Ceccanti.

Quelle tensioni, ora, rischiano di tornare.

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