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Casse artigiane, soldi finiti. Bloccati gli aiuti ai dipendenti

Fondi statali in ritardo, restano senza sussidi oltre 400mila lavoratori. Allarme di Confartigianato e Cna

Casse artigiane, soldi finiti. Bloccati gli aiuti ai dipendenti

Da maggio il fondo bilaterale non è più in grado di erogare prestazioni. Gli imprenditori hanno fatto il possibile per aiutare i propri collaboratori ma adesso non ce la fanno più. Sono diventati insostenibili dunque i ritardi con cui lo stato trasferisce le risorse al fondo che le deve distribuire». Questo l'allarme lanciato al Tg5 da Sergio Silvestrini segretario generale della Confederazione nazionale dell'Artigianato sulla Cassa integrazione della categoria.

Ci sono 423 mila lavoratori delle imprese artigiane ancora in attesa della Cassa integrazione di maggio, finanziata dagli stanziamenti del governo per tamponare gli effetti del lockdown. La Cig che copriva i primi due mesi di chiusura delle attività economiche è stata versata a 45 giorni dal decreto. Per quella per maggio-luglio, stanziata dal decreto agosto viaggiamo su 35 giorni. Un ritardo «indegno», spiega Sergio Fumagalli segretario generale di Confartigianato.

Molti singoli imprenditori hanno messo mano al portafogli e hanno anticipato somme ai dipendenti. «Impossibile non farlo. Gli artigiani e i loro dipendenti vivono gomito a gomito, le famiglie fanno la spesa negli stessi negozi», aggiunge il segretario della principale confederazione degli artigiani. Ma le stesse aziende sono in sofferenza e non possono farsi carico dei costi delle settimane passate senza potere produrre e vendere.

Il Fondo di solidarietà bilaterale per l'artigianato, creato dalla categoria quando il governo Renzi varò la riforma degli ammortizzatori sociali, «il suo compito lo ha svolto. È stato il primo soggetto a erogare la cassa ordinaria, quella in deroga e anche il Fis, il fondo di integrazione salariale, già all'inizio di aprile. I dipendenti sono stati pagati subito con un bonifico».

Complice il numero di imprese interessate dalla chiusura forzata, le risorse del fondo sono finite presto. L'attesa di quelle pubbliche è stata lunga. Colpa della trafila, spiega ancora Fumagalli al Giornale.

Prima di arrivare ai lavoratori i soldi della Cig devono seguire una gimcana istituzionale e amministrativa. «Prima serve un decreto congiunto del ministero del Lavoro e di quello dell'Economia. Poi la registrazione alla Corte dei conti, infine il passaggio in Banca d'Italia alla quale tocca il trasferimento dei conti al Fsba, che poi è in grado di erogare in tempi brevissimi ai lavoratori»

«Già con la prima tranche gli artigiani hanno subito i tempi lunghissimi di questi passaggi. Ora sono passati 35 giorni da quando sono state stanziate le risorse per decreto e ci ritroviamo ancora una volta in una terra di mezzo».

Giovedì sera la notizia che la Corte dei conti ha registrato il decreto interministeriale che finanzia con 500 milioni di euro il Fondo di Solidarietà Bilaterale per l'Artigianato e anche il Fondo per la Formazione e il Sostegno al reddito dei lavoratori in Somministrazione (Forma.temp). Altri 100 mila lavoratori.

«Speriamo che nelle prossime ore arrivi il trasferimento, il Fondo è pronto a prendere il testimone e procedere celermente con il nuovo bonifico», spiega Fumagalli.

Gli artigiani sono fortemente impegnati nel difendere il Fondo. E c'è anche chi ha temuto che dietro il ritardo nei versamenti ci potesse essere un tentativo di screditare il Fsba.

«Gli artigiani - spiega il dirigente della confederazione - erano e sono terrorizzati dalla prospettiva di rientrare nel sistema degli ammortizzatori di altre realtà». Il riferimento è alle grandi imprese, che versano contributi notevoli, ma utilizzano gli ammortizzatori in misura e per tempi decisamente maggiori rispetto alle piccole imprese artigiane. «Abbiamo costruito un sistema con dei costi parametrati sulle nostre aziende e i relativi rischi».

A fare il tifo per fare pagare agli artigiani gli stessi contributi per gli ammortizzatori della grande industria c'è il ministro del Lavoro Nunzia Catalfo, parte del sindacato, in particolare della Cgil.

Ma anche la grande impresa.

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