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Catalogo con pelle e occhi: il razzismo della surrogata

Il ministro Roccella pubblica il prezziario di una bio-banca: "Utero in affitto pratica commerciale"

Catalogo con pelle e occhi: il razzismo della surrogata

Il catalogo delle colorazioni della pelle, da scegliere come si fa con la tonalità dei pavimenti, va dal «light» al «dark», chiaro e scuro, divisi in cinque gradazioni per ognuna delle quattro razze umane previste: caucasica, asiatica, latina e black. Si può avere un bambino asiatico sullo scuro, o un latino «medium-light». Le tonalità della pelle sono descritte come nel make-up: porcelan, limestone, honey, almond... Il più costoso è il bambino bianco, meglio ancora con capelli biondi e occhi azzurri. Il catalogo è tratto da una «bio-banca» americana e a pubblicarlo sui social è la ministra per la Famiglia Eugenia Roccella: «Un tempo anche la sinistra amava le pubblicità antirazziste, come quelle con i bambini di ogni etnia e colore della pelle messi insieme. Oggi la stessa scala cromatica, con intenzioni opposte, la troviamo in altri cataloghi: quelli che offrono materiale genetico sul mercato della genitorialità. Ovociti, spermatozoi, come per scegliere il colore della tinta per i capelli o quello delle mattonelle per il bagno. E siccome è la legge della domanda e dell'offerta a guidare il mercato, poiché i committenti provengono da Paesi ricchi e sono in genere di pelle bianca va da sé che il materiale genetico più desiderato (e dunque più costoso) è quello bianco, magari anche biondo e con gli occhi azzurri. Proprio così: sul mercato dei bambini è anche il colore della pelle a determinare il prezzo» scrive la Roccella. Un vero e proprio mercato: «C'è un prezziario, ci sono corpi in vendita, ci sono tariffari», eppure «quelli che si sentono i campioni dei diritti umani fanno di tutto per legittimare la genitorialità on demand».

Per questo Fdi ha portato in Parlamento una proposta di legge per rendere «universalmente perseguibile» chiunque ricorra alla maternità surrogata, anche all'estero. In Italia infatti è vietata ma il problema si pone quando una coppia italiana «ordina» un figlio da una clinica all'estero e poi lo riporta in Italia. La ministra è diventata uno dei grandi nemici del popolo arcobaleno, che ha trovato nella nuova leader Pd, la fluida Elly Schlein, la rappresentante più adatta. Proprio ieri, aprendo la riunione dei parlamentari dem, la Schlein è tornata ad attaccare il governo sulla questione Lgbt: «Il governo pianta una bandierina ideologica al giorno e intanto sferra un attacco senza precedenti ai diritti dei bambini e delle bambine. Le pressioni per interrompere le trascrizioni, ad esempio». Tema che, invece, per la ministra è molto chiaro: «I sindaci che vogliono continuare a fare le trascrizioni non sono contro il governo, sono contro la sentenza della Cassazione, che dà delle indicazioni precise cioè quella della adozione in casi particolari». Nel caso dell'utero in affitto, ad esempio, il padre biologico per la legge italiana può essere registrato immediatamente come padre. Mentre per il partner c'è l'adozione speciale, più semplice rispetto all'adozione tradizionale.

«Non c'è un vuoto legislativo» spiega la ministra», per cui i sindaci (da Sala a Nardella, tutti Pd) che vogliono continuare a trascrivere i certificati di nascita di figli nati anche con maternità surrogata «vanno contro la Cassazione, sono contro la magistratura».

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