Cattedre vuote e quarantene, la scuola va in affanno: "Ora procedure più semplici"

Troppe le cattedre scoperte e anche i supplenti non si trovano. Così i presidi si arrangiano come possono

Cattedre vuote e quarantene, la scuola va in affanno: "Ora procedure più semplici"

Troppe le cattedre scoperte e anche i supplenti non si trovano. Così i presidi si arrangiano come possono. Ci sono istituti che hanno chiamato studenti ancora non laureati per sostituire i troppi assenti o che addirittura hanno chiesto l'intervento dei genitori per mantenere le lezioni in presenza. Impossibile anche la gestione delle quarantene, con il caso dei vaccinati nella primaria che finiscono in isolamento come se non lo fossero insieme a tutti gli altri mentre medie e superiori seguono regole diverse per chi ha ricevuto la profilassi.

La scuola è in grande affanno e se da un lato tutti riconoscono la necessità di mantenere gli istituti aperti dall'altro le problematiche sono rimaste le stesse di due anni fa: personale insufficiente e spazi inadeguati mentre bambini e ragazzi sono sempre più disorientati. E i vaccini a scuola sono partiti soltanto in un paio di regioni.

Il ministro dell'Istruzione, Patrizio Bianchi, ieri ha rintuzzato seccamente l'allarme lanciato dal presidente dell'Associazione nazionale presidi, Anp, Antonello Giannelli. «La nostra stima è del 50 per cento di classi in Dad. Aspettiamo ora la pubblicazione di dati ufficiali», ha detto Giannelli. Dura la replica del ministro «Ancora una volta il presidente Anp dà dei dati. Noi abbiamo i dati, li stiamo elaborando, li daremo quanto prima e saranno i dati ufficiali. Grandissimo rispetto per tutti coloro che fanno delle stime, però i dati li diamo noi e li daremo quanto prima», ha detto il ministro. Ma va però sottolineato che fin dall'inizio della pandemia i dati sui contagi e le classi in dad sono stati dati sempre molto in ritardo e con il contagocce e non hanno mai fornito una fotografia completa ed aggiornata della situazione.

E ieri il governatore della Campania, Vincenzo De Luca, ha segnalato che tra l'11 e il 17 gennaio nella fascia 0-13 anni sono stati registrati 25.745 nuovi positivi.

Il ministro poi apre ad una modifica dei protocolli per le quarantene a scuola che hanno mandato in tilt il funzionamento della macchina organizzativa. Per Bianchi comunque la situazione resta «sotto controllo». In particolare per la scuola primaria Bianchi assicura che «si sta lavorando con i dirigenti e i sindaci» proprio per rendere più semplici le procedure. Giannelli rivendica l'impegno di presidi e professori per «la tenuta del sistema scuola» e soltanto per questo impegno aggiunge «non ci sono state catastrofi ma un enorme difficoltà gestionale» anche perché i presidi vista l'emergenza «si stanno occupando solo della gestione sanitaria non di tutto il resto».

Purtroppo il virus corre moltissimo nella popolazione non vaccinata. La Società Italiana di Pediatria denuncia che oltre 64mila bambini tra 6 e 11 anni in una settimana (dal 2 al 9 gennaio) sono rimasti contagiati. E tra questi 113 sono stati ricoverati in area medica e uno in terapia intensiva. E non stupisce che molte classi finiscano in dad visto che al momento in Italia meno di un bambino su 4, ovvero il 24,4%, nella fascia 5-11 anni ha ricevuto una dose di vaccino.

La situazione poi varia molto da regione a regione.

«In Puglia oltre il 40% dei bambini tra 5 e 11 anni ha già ricevuto la prima dose - dice la presidente Sip Annamaria Staiano - la Regione ha puntato sin dall'inizio della campagna vaccinale sulla somministrazione del vaccino nelle scuole, con il coinvolgimento di igienisti e pediatri. Un modello organizzativo che sembra funzionare molto bene».

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