Antagonista, No Tav, No Muos, antifascista viscerale, militante del centro sociale Gabrio. Lavinia Flavia Cassaro è diventata in questi giorni l'insegnante più famosa d'Italia. Di certo non per i suoi percorsi didattici o per particolari meriti scolastici, ma solo perché la sua immagine con la bocca spalancata che vomita insulti contro le forze dell'ordine è finita su tutti i giornali e televisioni. La maestra trentottenne, infatti, era stata immortalata lo scorso giovedì sera a Torino, durante il corteo antifascista contro CasaPound, mentre si scatenava urlando ai poliziotti «vigliacchi, mi fate schifo, dovete morire». Un comportamento che ha indignato forze politiche e istituzioni, tanto più perché è stato assunto da un'insegnante elementare che ha a che fare ogni giorno con dei bambini. Lo stesso leader Pd aveva detto che dovrebbe essere «licenziata su due piedi». Ed è arrivato, anche se in ritardo, l'annuncio del ministro dell'Istruzione, Valeria Fedeli, dell'avvio di un procedimento disciplinare nei suoi confronti. «È inaccettabile ascoltare dalla voce di un docente parole di odio e di violenza contro le forze dell'ordine - ha affermato la Fedeli - Il rispetto per chi serve lo Stato, come chi quella sera a Torino stava compiendo il proprio dovere per garantire la sicurezza dei cittadini, è sempre dovuto. E a maggior ragione da un'insegnante, il cui ruolo non solo trasmettere nuovi saperi e competenze, ma anche educare le nuove generazioni ai valori della legalità, del rispetto reciproco, della convivenza democratica». D'altronde, anche un gruppo di genitori dell'Istituto Leonardo Da Vinci, si era già lamentato col preside per i metodi educativi della maestra, per le sue sfuriate con i bambini della seconda B che tornavano a casa impauriti e per la sua «facilità a perdere la pazienza». Il preside le aveva affidato una classi di alunni più grandi.
La Questura di Torino ha nello stesso tempo inviato un'informativa alla Procura per il comportamento della Cassaro, lasciando però alle valutazioni dei magistrati le ipotesi di reato. E su di lei pende anche una denuncia per oltraggio a pubblico ufficiale presentata dalla Digos che alla Procura torinese ha inoltrato le immagini del corteo e dell'insegnante scatenata. La maestra antagonista è ben conosciuta dalle forze dell'ordine che nel suo curriculum hanno annotato «occupazioni, imbrattamenti e manifestazioni di piazza». Una presenza costante nei cortei No Tav, registrata più volte in Val di Susa, soprattutto quando le manifestazioni finivano in scontri con polizia e carabinieri.
Ma la pasionaria siciliana trapiantata a Torino non sembra minimamente pentita per il suo comportamento. La stessa sera del corteo e degli insulti diceva ai giornalisti che era triste augurare la morte di qualcuno, «ma non è sbagliato perché loro stanno difendendo i fascisti e un giorno potrei trovarmi fucile in mano a combattere contro questi individui». E ieri ha rincarato la dose, lamentandosi allo stesso tempo che vogliono estrometterla dalla scuola. «Non auguro la morte al singolo poliziotto ma a tutto l'apparato statale militare connivente con i fascisti. Auguro la morte al sistema fascista che i poliziotti stanno difendendo - ha continuato a dire nel suo delirio militante - È in atto una campagna di criminalizzazione dell'antifascismo da parte dei giornalisti».
E va avanti imperterrita per la sua strada, annunciando la sua partecipazione al presidio contro il leader leghista Matteo Salvini e al corteo contro Forza Nuova. «Se vanno al governo i fascisti si deve ricorrere alla violenza».
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