Causa agli ultraconservatori: Vaticano alla guerra del web

La Santa Sede si affida al suo potente studio legale contro un sito spagnolo che prende di mira Bergoglio

Causa agli ultraconservatori: Vaticano alla guerra del web

Il Vaticano ha incaricato i suoi legali, lo studio Baker & McKenzie, tra i più potenti e influenti al mondo, per chiedere a un piccolo sito spagnolo di cambiare il nome del proprio dominio e il logo che parrebbe, secondo la Santa Sede, richiamare il sito ufficiale. Nel mirino, dunque, è finito il sito www.infoVaticana.com, portale ultraconservatore e spesso critico in passato nei confronti del Papa argentino.

Lo studio legale ha ricevuto dalla Santa Sede il mandato di diffida dall'uso del dominio, che contiene la parola «Vaticano». E proprio sulla home page del sito spagnolo viene ricostruita la vicenda, iniziata con una lettera della Segreteria di Stato che chiedeva la rinuncia al sito, sottolineando come il portale non avesse «i diritti di proprietà esclusiva sul nome del centro fisico del mondo cattolico. «Naturalmente si legge sul sito è possibile immaginare la nostra reazione, come se la città di New York chiedesse una cosa simile al New York Times o come se la Repubblica italiana facesse una richiesta del genere al quotidiano italiano La Repubblica gestito dal grande amico di Francesco Eugenio Scalfari. Ma noi non siamo né l'uno né l'altro. Siamo piccoli e insignificanti e ci meravigliamo del fatto che abbiamo attirato l'attenzione di un Segretario di Stato che, piuttosto, dovrebbe governare la Chiesa».

«Non contestiamo il contenuto del sito; può essere di destra, di sinistra, e può scrivere ciò che vuole riferiscono fonti vicine a Francesco noi chiediamo solo di non utilizzare quel dominio e quel logo che potrebbero indurre il visitatore a pensare che sia il sito ufficiale della Santa Sede».

«La Segreteria di Stato vaticana vuole che InfoVaticana chiuda si legge sull'editoriale pubblicato in home page sul portale iberico e ha chiamato uno dei più potenti studi legali del mondo, che non accetta alcun accordo se non la chiusura definitiva di InfoVaticana. Il Papa chiede una chiesa povera e per i poveri ma poi affida il mandato allo studio di avvocati più grande e potente del mondo, un gigante multinazionale. Frasi che non hanno ancora raggiunto ogni angolo nella curia romana».

Ma la partita non è ancora finita e il sito spagnolo non ha alcuna intenzione di mollare la presa, rivendicando il diritto alla libertà di espressione. «Ci hanno concesso una moratoria di sei mesi per individuare un altro dominio dove spostare tutti i nostri contenuti, ma non accettano nessun accordo che non sia la chiusura del sito così come è ora. Noi abbiamo detto di essere disposti a togliere qualsiasi riferimento al logo della Santa Sede». In realtà, accusa InfoVaticana, è la conferenza episcopale spagnola che «non accetta di buon grado i nostri articoli e ciò che diciamo».

La parola fine spetta ora all'ufficio marchi e brevetti spagnolo che dovrà pronunciarsi definitivamente.

E sotto il logo del portale, nell'intestazione, è riportata una frase del Vangelo di Luca: «Poiché non v'è nulla di nascosto che non abbia a diventar manifesto, né di segreto che non abbia a sapersi ed a farsi palese». A buon intenditore...

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