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Il Cav perseguitato. Parte la petizione per negargli il Famedio

Tra i promotori, la moglie e la figlia di Borrelli e alcuni ex magistrati. Fi: "Iniziativa superflua"

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L'antiberlusconismo come vocazione professionale: spunta la petizione per evitare che il nome del Cav venga inciso sul Famedio del Monumentale di Milano. Certa sinistra insiste, anche dopo la morte. La notizia era arrivata lo scorso 4 ottobre: il nome di Silvio Berlusconi diventa parte del Pantheon della città meneghina. La stessa Milano in cui l'ex premier ha costruito almeno due quartieri. Insieme all'ex presidente del Consiglio e inventore del centrodestra, altri tredici nomi illustri, come predisposto dalla Commissione ad hoc del Comune.

Anche il centrosinistra guidato dal sindaco Beppe Sala ha abbracciato la proposta di Forza Italia: un clima bipartisan edificato sui meriti oggettivi della personalità in questione. Niente da fare: «Vi è tuttavia una fondamentale pregiudiziale etica e civica che quando si conferiscono questi onori in nome di un popolo non può a nostro avviso essere ignorata», premettono i promotori della raccolta firme, che è comparsa su Change.org e che si intitola «Not in my name». Al momento, sono circa tremila i sostenitori. Poi, nelle motivazioni dell'iniziativa, la consueta dose di morale riversata dall'alto: «In questo caso essa scaturisce dal lungo elenco di vicende (non solo penali) che hanno notoriamente appannato il profilo del personaggio. Il quale, beninteso, non va demonizzato dopo la morte ma neanche può essere santificato a dispetto della storia», argomentano.

Tra i promotori dell'iniziativa, la Scuola di Formazione Antonino Caponnetto, Maria Grazia Pini Prato, ossia la moglie di Francesco Saverio Borrelli e Federica Borrelli, e cioè la figlia di Francesco Saverio Borrelli. E poi Sandra Bonsanti, presidente emerita di Libertà e Giustizia, lo scrittore e sceneggiatore Corrado Stajano (già senatore dei Democratici di Sinistra tra il 1994 e il 1996), Claudia e Silvia Pinelli, figlie di Giuseppe Pinelli, l'attuale presidente di Libertà e Giustizia Daniela Padoan, l'ex senatore Luigi Malabarba (Rifondazione Comunista), alcuni ex magistrati, altri docenti e più in generale un discreto numero di persone che lavora nel mondo dell'istruzione. «Noi - continua il testo della petizione - pensiamo che una onorificenza civile debba essere concessa solo a chi ha una alta reputazione civico-etica: per questo crediamo che il significato morale del Famedio sia in contrasto con la storia di Silvio Berlusconi», chiosa.

Il capogruppo di Forza Italia nel Consiglio comunale di Milano Alessandro De Chirico definisce la raccolta firme «superflua». «Per carità, è tutto legittimo: non siamo in Cina o in Iran. Ma esistono già la decisione del Comune e il parere positivo del sindaco di Milano. Consiglio ai firmatari di farsi un giro in centro in bicicletta, dato che abbiamo tutte queste piste ciclabili. E che loro han del tempo da perdere». Il nome di Silvio Berlusconi sarà inciso al Famedio del cimitero Monumentale di Milano il prossimo due novembre.

Assieme all'ex premier, entreranno a far parte del Pantheon meneghino, tra gli altri, Marta Marzotto, Marcello Abbado, Manlio Armellini, Rosina Ferrario e Gaetanina Calvi.

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