Berlusconi non s'è mai appassionato alle beghe interne di Forza Italia, figuriamoci ora. Sebbene sia sorprendente la velocità del suo recupero e sebbene non smetta di lavorare e informarsi sullo stato di salute degli azzurri, c'è sempre chi gli consiglia di guardare alla sua di salute. «Ora occupati di te stesso», è il consiglio appassionato di amici intimi, famigliari e medici. Il dottor Alberto Zangrillo, specialista di fiducia, aggiorna la tabella clinica dell'illustre paziente: «Il decorso post operatorio del presidente Berlusconi sta procedendo in modo positivo, secondo le aspettative - scandisce alle agenzie di stampa -. Ciò nonostante si ritiene opportuno ribadire che le visite continueranno a essere consentite solo ai figli e ai più stretti collaboratori». Una data di dismissione ufficiale ancora non c'è ma ufficiosamente si parla del 30 giugno. Poi il Cavaliere potrà trasferirsi ad Arcore per continuare la fisioterapia. Questo per quanto riguarda la tabella clinica. Ma c'è anche tanto lavoro per l'ex premier che dedica almeno cinque ore al giorno a parlare di affari e politica. Anche ieri, accanto al leader di Forza Italia e alla figlia Marina, c'erano il fidato Gianni Letta, Niccolò Ghedini e Mariarosaria Rossi: una cabina di regia che snocciola al leader i principali «file» su cui fare attenzione.
Uno di questi è quello spinoso dell'organigramma interno al partito. È noto che la Rossi abbia passato una fase non facile perché attaccata da alcuni big. Tra questi il capogruppo al Senato Paolo Romani all'ultimo ufficio di presidenza azzurro. La Rossi aveva anche più volte offerto le sue dimissioni ma il Cavaliere le ha sempre rifiutate. In Forza Italia restano le fibrillazioni ma Berlusconi non vuole rivoluzionare alcunché. Non è il momento: le beghe in freezer. Per ora. Viene inoltre smentita l'ipotesi di una convocazione di un congresso da aprire in autunno per registrare i bulloni della linea politica. Niente di tutto ciò: Berlusconi è ancora in campo e se, per questioni di salute, oggi non può esserlo al cento per cento, presto lo sarà domani.
Altro tema delicato è quello che riguarda il rapporto con gli alleati. Salvini, carinamente, dice che non ha ancora fatto visita a Berlusconi perché non vuole disturbare ma lo farà presto. Attraverso le agenzia di stampa però continua a picchiare duro sugli azzurri, rivendicando un ruolo di leadership della coalizione. Aspirazione legittima la sua, anche se provoca qualche mal di pancia tra i forzisti: il continuo braccio di ferro con gli alleati è snervante ma soprattutto non è confortato dai numeri. «La Lega nelle urne non ci ha surclassato, anzi», è il refrain dei berlusconiani. Chi tiene molto all'alleanza è noto: il governatore della Liguria Giovanni Toti, per esempio. Così, in attesa che si aprano i lavori della Leopolda verde, sabato a Parma, Toti annuncia: «Sì, ci sarò. È giusto ascoltare gli alleati. E credo che ci sarà una delegazione di Fi proprio perché abbiamo capacità di ascolto ed è giusto ascoltare alleati con i quali, tra l'altro, governiamo in molte zone del centro-nord. Allo stesso modo mi auguro, ma ne sono certo, che i nostri alleati sappiano ascoltarci. Se cantiere deve essere, allora che sia aperto a tutti». La delegazione non è ancora decisa.
L'ultima parola spetta a Berlusconi (a conferma che il manico lo tiene saldo in mano il Cavaliere ndr) ma si mormora che possa essere formata anche dal senatore veneto Marco Marin e dall'ex ministro Mariastella Gelmini.
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