Il Cavaliere: per la politica è un momento terribile. E non si fida del premier

Il leader di Forza Italia crede che Renzi possa far saltare il Patto ma continua a dirsi disponibile a trattare. I malumori azzurri

Il Cavaliere: per la politica è un momento terribile. E non si fida del premier

Adesso Berlusconi non sta sereno. Vede Renzi particolarmente in difficoltà, peraltro registrata da sondaggi che danno il premier in calo di consensi. L'ex sindaco di Firenze ha fretta di portare a casa le riforme ma soprattutto la legge elettorale, strumento al quale aggrapparsi per uscire dal pantano chiedendo le urne. Berlusconi, invece, vuole rimanere attaccato al patto del Nazareno e continua a dichiararsi disponibile a discutere su tutto. Peccato che le richieste di Renzi siano tante; esiziali, ossia rovinose per Forza Italia. Il Cavaliere continua a meditarci su ma l'impazienza del premier cresce giorno dopo giorno e con essa la minaccia di fare da sé. Vale a dire andare avanti a testa bassa, con o senza Berlusconi. Una rottamazione del patto attraverso l'appoggio dei cespugli: Ncd, Udc, Sel, pezzi di grillini e chi ci sta. Il biscottino-calamita per racimolare voti? Abbassare sensibilmente le soglie di sbarramento che fanno felici i partitini. Tutto un bluff? C'è chi giura di sì ma il Cavaliere comincia ad essere preoccupato: e se il premier non finge affatto? In realtà un ritocco dell'Italicum secondo i desideri di Renzi (premio alla lista anziché alla coalizione, preferenze e revisione delle soglie di sbarramento, ndr ) ha tempi abbastanza lunghi e forse si chiuderebbe la finestra per andare alle urne a primavera. Ma il calendario non tranquillizza il Cavaliere che comincia a nutrire qualche sospetto sul grado di spregiudicatezza della controparte.

In ogni caso meglio aspettare finché possibile; temporeggiare. Anche perché in Forza Italia le fibrillazioni continuano. Appena si ha sentore che Berlusconi possa accettare tutte le modifiche richieste da Renzi, tra gli azzurri crescono i mal di pancia. Malumori che non sono pochi. La settimana scorsa, per esempio, Raffaele Fitto aveva indetto una conferenza stampa spalleggiato da 17 senatori e 15 deputati. Allora era per contestare la legge di Stabilità del governo e presentare degli emendamenti ma il grido era: «Opposizione dura a Renzi». Su tutto, non solo sull'economia. Quindi, ovvio, anche sul patto del Nazareno. «Se poi Berlusconi cede anche sulla legge elettorale i parlamentari vicini a Fitto lieviteranno. Altro che 32 parlamentari...», ammette uno di loro. Di scissione non se ne parla neppure ma è ovvio che attorno all'ex ministro pugliese si stanno avvicinando molti azzurri.

I malumori interni a Forza Italia crescono e questa è una carta che Berlusconi ha già buttato sul tavolo della trattativa col premier per chiedere un po' di tempo in più; ma il premier ha fatto spallucce. Ora si tratta di capire quanto tempo Renzi è disposto a concedere al Cavaliere il cui umore non è alle stelle. Un sentore è l'insolita manifestazione di pessimismo data a margine di un incontro a Milanello con il suo Milan: «È un momento terribile per la politica italiana - ammette il Cavaliere - la situazione è problematica non solo in Italia ma anche in Europa e nel resto del mondo. Guardate cosa è successo a Obama che è stato sconfitto alle elezioni di medio termine...». Sente aria di urne?

Meglio non pensarci per non rovinarsi la giornata e dedicarsi un po' al calcio e agli affetti: «Grazie per il 2-0 dell'altra

sera perché era la Coppa dedicata alla memoria di mio padre - dice ai rossoneri - abbiamo vinto contro la squadra che ha vinto la Coppa Libertadores e andrà a giocare il Mondiale per club ed è la più forte del Sud America».

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