Il Bianco e il Nero. Cecchi Paone: "Salvini è finito". Buttafuoco: "No, è come Super Mario"

Le elezioni Regionali si sono concluse con un pareggio che ha lasciato l'amaro in bocca nel centrodestra. Ecco il commento dei giornalisti Alessandro Cecchi Paone e Pietrangelo Buttafuoco sulla performance di Matteo Salvini per la rubrica Il Bianco e il Nero

Il Bianco e il Nero. Cecchi Paone: "Salvini è finito". Buttafuoco: "No, è come Super Mario"

Le elezioni Regionali si sono concluse con un pareggio che ha lasciato l'amaro in bocca nel centrodestra. Matteo Salvini ha fallito il "colpaccio" in Toscana e ha perso molti voti al Sud, ma resta ancora il leader del partito con più voti all'interno della coalizione. Abbiamo chiesto ai giornalisti Alessandro Cecchi Paone e Pietrangelo Buttafuoco un commento sulla sua performance.

Matteo Salvini ha vinto o perso?

Cecchi Paone: "Salvini ha perso perché continua a drammatizzare ogni elezione come se fosse un referendum su di lui e sulla sua voglia di rivalsa rispetto al disastro che ha commesso un anno fa. La gente si è stufata perché quando vota per la gestione della Puglia, della Toscana o dell’Emilia non gliene importa niente del destino di Salvini".

Buttafuoco: "Salvini è il Super Mario Bros dei videogames. Ogni tappa è sempre più difficile quindi secondo me è ancora in gioco. Il game over non c’è perché ha sempre il suo 26%"

Che voto darebbe alla campagna elettorale di Salvini?

Cecchi Paone: "Dato che ha perso, un’insufficienza. Ovviamente qualcosa l’ha sbagliata".

Buttafuoco: "Dal punto di vista della propaganda Salvini merita 10, ma dal punto di vista politico 5. È un bel paradosso vincere per incassare una sconfitta, mentre dall’altro lato perdono e vanno all’incasso del potere".

Salvini è finito o ha ancora in mano la leadership del centrodestra?

Cecchi Paone: "Al momento il centrodestra non ha leader perché Berlusconi, purtroppo, è straordinario nel resistere ai malanni, però, i malanni ce li ha e limitano la sua libertà di azione. La Meloni pensava di sfondare in Puglia e non l’ha fatto. Salvini continua a perdere ogni battaglia che lui stesso, sbagliando, dichiara come fondamentale. Sono tutti e tre molto indeboliti. Si era convinti di uscire con un centrodestra a trazione Meloni in caso di vittoria in Puglia o a trazione Salvini in caso di vittoria in Toscana. Hanno perso entrambi nei luoghi decisivi e, quindi, nessuno al momento guida il centrodestra".

Buttafuoco: "Giovanni Toti lo ha appena dichiarato: tocca sempre a lui. Spetta a Salvini diventare capo della coalizione e costruire una classe dirigente che rappresenti tutte le voci del centrodestra".

Chi deve temere di più: Meloni o Zaia?

Cecchi Paone: "Deve temere di più Zaia che lo ha già clamorosamente superato per un diverso stile e per una linea politica moderata e anche perché raccoglie consensi tra i moderati del centrosinistra. È finita non tanto la stagione di Salvini (non ci interessa la persona) quanto l’idea di un arroccamento a destra ed estremista che, a quanto pare, non piace né agli italiani né agli stessi elettori della Lega".

Buttafuoco: "Una qualità del centrodestra è proprio la pluralità delle leadership.

A differenza della sinistra che è sempre in cerca del papa straniero, il centrodestra abbonda di sovrani. Credo che Zaia non abbia interesse a rivaleggiare nella leadership nazionale perché la nazione di Zaia si chiama Veneto e, al di là del Veneto, non mette piede".

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