«Bene, adesso vi racconto come sono finita in custodia cautelare a causa dei barattoli di Ikea». Il lungo racconto dell'assurda giornata, cominciata tra scaffali di mobili e terminata in una cella, lo fa su Twitter direttamente la protagonista, Émilie Guzzo. Nel cinguettìo condiviso da 38mila utenti, tra ironia e serietà la ragazza mette in guardia i lettori: «Scannerizzate bene i vostri articoli e non dimenticate che potreste finire in galera per dei tupperware».
Il 1° ottobre Émilie, insieme al padre, è andata a fare compere nello store Ikea di Strasburgo. Terminato lo shopping, con i quattro barattoli nel carrello e qualche altro oggetto per la casa i due vanno a pagare. «Usciamo dalla cassa e l'agente della sicurezza ci ferma dicendo che abbiamo passato male lo scanner sui barattoli - racconta su Twitter la ragazza -. Lo lasciamo controllare e in effetti c'erano un prezzo sul coperchio e un altro sul barattolo: io non me n'ero accorta e dico all'agente che è colpa mia, li ho presi così com'erano e non ho controllato». Il padre vuole saldare subito il conto e l'addetto va a chiamare il suo superiore per pagare. È qui che la situazione precipita. Il direttore li accusa di avere «rubato», Émilie interviene per dire che è colpa sua e lui ribatte: «Dunque sei tu la ladra». Dopodiché i due - «ovviamente» - si rifiutano di firmare la deposizione di furto e il direttore chiama la polizia. Padre e figlia vengono portati via da due diverse pattuglie - «E se provi a scappare ti sparo con il taser», dice un'agente alla giovane - e trasferiti in commissariato. «Ci dicono che staremo in cella 24 ore - continua il racconto -. Io sbianco e ripeto che ho solo sbagliato a passare lo scanner sul prezzo dei barattoli». Via i lacci delle scarpe, il contenuto delle tasche, anche il reggiseno. Dopo 3 ore in una cella «minuscola e sporca», i due riescono a spiegare l'accaduto al nuovo agente di guardia e vengono lasciati liberi.
Ikea si è scusata: «Privilegiamo
sempre il dialogo e ci dispiace sinceramente. Ritiriamo la denuncia e ci scusiamo». Émilie ci scherza su: «La prima cosa che mi ha detto mio papà una volta usciti è stata: Allora, cosa ne pensi di questa uscita padre-figlia?»
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