La censura piace se colpisce la destra

Chi si indigna per Scurati taceva sul bavaglio agli intellettuali non di sinistra cacciati e zittiti

La censura piace se colpisce la destra
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Troppo impegnati a gridare contro l'altrui (presunta) censura, si sono dimenticati delle proprie (vere) censure. Si potrebbe riassumere con queste poche righe la reazione della sinistra nei confronti del caso Scurati. D'altro canto a sinistra se ne intendono talmente tanto di censure che le vedono ovunque tranne quando sono loro a realizzarle. Eppure gli esempi negli ultimi anni sono molteplici: dalla Rai al Salone del libro di Torino fino alle università e alle biblioteche. Solo pochi mesi fa la Rai ha cancellato il programma di Filippo Facci, I Facci vostri, a causa di un articolo giudicato dalla sinistra e dai benpensanti come inappropriato. In quel caso essendo censura rossa andava bene.

Nel 2017 Marcello Veneziani raccontò di essere stato censurato dalla Rai renziana a guida Pd: «Ero stato invitato da Night tabloid, in onda su Rai due, a registrare ogni settimana un video in apertura del programma. Mi chiesero di fare un editoriale di tre minuti da indignato speciale (a titolo gratuito)». Nella prima puntata «fui molto duro coi potenti, a partire dal sullodato Renzi. La conduttrice e i realizzatori del programma, furono molto contenti della performance, mi telefonarono per ringraziarmi, per congratularsi e per prendere subito appuntamento per registrare la puntata successiva» racconta Veneziani. Salvo poi venire censurato: «Poi mi fanno dire che per una complicazione tecnica l'appuntamento salta e ci saremmo aggiornati. Macché, spariti. Apprendo per vie traverse e interne i motivi e i responsabili di questo imprevisto contrordine. Lascio a voi indovinare cosa sia accaduto».

Non andò meglio a Pietrangelo Buttafuoco il cui programma Questa non è una pipa su Rai5 venne chiuso nel 2012, le cronache del tempo ci consegnano la dichiarazione del senatore Maurizio Gasparri: «È davvero sorprendente che la Rai censuri Pietrangelo Buttafuoco il cui programma andava in onda su Rai 5. Già il fatto che un giornalista del valore di Buttafuoco sia stato confinato su una rete minore, mentre meriterebbe ben altri spazi per le sue qualità, è un fatto grave. Che poi sia epurato anche da questa rete è un'autentica vergogna».

Numerosi sono gli episodi di censura avvenuti al Salone del libro di Torino, lo scorso anno al Ministro della Famiglia Eugenia Roccella fu impedito di parlare durante la presentazione del suo libro a causa della contestazione delle femministe e dei collettivi. A proposito di Salone del libro di Torino, lo scrittore Paolo Giordano, mentre era in predicato di diventare direttore (nomina poi sfumata), si rifiutò di avere «presenze dell'area di destra nel comitato editoriale» sostenendo che «la cultura merita di non essere lottizzata». Eppure Giordano fu il primo ad assumere una posizione politica rifiutando di collaborare con intellettuali e personalità di spessore solo perché «di destra» come Pietrangelo Buttafuoco, Alessandro Campi e Giordano Bruno Guerri. Non va meglio nelle università dove gli episodi di censura o intolleranza sono talmente numerosi che è difficile ricordarli tutti. Emblematico quanto accadde due anni fa a Daniele Capezzone all'Università La Sapienza dove fu impedita dai collettivi la presentazione del suo libro «Bomba o orologeria» al grido di «fuori i fascisti dall'Università».

Molti sono stati anche tentativi di censurare o cancellare le presentazioni dei libri del generale Vannacci, lo scorso dicembre il comune di Torino aveva tolto la concessione della sala del Circolo ricreativo dei dipendenti del Comune, mentre è di questi giorni la polemica per la presentazione del suo ultimo libro a Medicina.

Per gestori del centro ricreativo Ca' Nova dove dovrebbe avvenire l'evento: «hanno chiesto la sala senza dirci che era per Vannacci, qui siamo tutti di sinistra, la sua presenza ci disturba parecchio» e l'Anpi ha subito organizzato un contro evento: «invitiamo i cittadini al nostro incontro sulla Costituzione in contemporanea».

A proposito di libri, come dimenticare i casi dei librai di sinistra che hanno boicottato autori di destra non vendendo i loro libri a partire dal

testo di Giorgia Meloni. Alla luce di tutti questi episodi (ma gli esempi potrebbero essere molto più numerosi) che oggi la sinistra venga fare la morale sulle presunte censure di cui è vittima non fa solo sorridere ma è ridicolo.

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