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Centri per migranti, il Viminale: "Il sistema è a rischio collasso"

Nuovi sbarchi sulle coste italiane. E, in vista dei mesi estivi, il Viminale lancia l'allarme: "Il sistema è a rischio". Si prolungano i tempi di permanenza nelle strutture di accoglienza

Centri per migranti, il Viminale: "Il sistema è a rischio collasso"

A Pozzallo è approdata questa mattina, dopo una lunga trattativa e il via libera del Viminale alla Guardia Costiera, la nave Open Arms dell'Ong Spagnola Proactiva con 281 migranti a bordo. L'Open Arms era sfuggita ad una motovedetta libica che le intimava di fermarsi e riconsegnare gli immigrati tratti in salvo al largo di Tripoli contravvenendo al codice delle ong (guarda il video). Gli extracomunitari verranno sistemati nei centri di accoglienza del Belpaese che sono già al collasso. E, invista dei mesi estivi che solitamente facilitano gli sbarchi, il ministro dell'Interno Marco Minniti ha paventato il rischio che il sistema di accoglienza non regga la pressione.

Nei giorni scorsi, come riporta il Messaggero, Minniti ha inviato alla Corte dei Conti e all'ufficio centrale di Bilancio la direttiva generale 2018 dedicata all'amministrazione e alla gestione del Viminale. Nonostante il ministero dell'Interno registri un fortissimo calo delle presenze dei migranti nei centri di accoglienza (5.945 contro i 16.200 registrati nel 2017, l'incertezza politica del Nord Africa non fa presagire nulla di buono. "La spinta dei flussi migratori provenienti in prevalenza da zone di estrema povertà - scrive Minniti nella direttiva pubblicata dal Messaggero - nonostante sia stato registrato un calo a partire dalla seconda metà dello scorso anno, continua a sottoporre il sistema nazionale di accoglienza a una significativa pressione, anche per il prolungamento dei tempi di permanenza nelle strutture di accoglienza".

Nell'analisi inviata alla Corte dei Conti e all'ufficio centrale di Bilancio, il Viminale cerca anche di indivuare le cause di questa nuova emergenza. Alla base ci sarebbero sia "le pressioni cui sono sottoposte le Commissioni territoriali" sia "le continue esigenze di miglioramento degli standard qualitativi nella valutazione delle richieste di riconoscimento della protezione internazionale, che hanno reso opportuna una revisione del sistema nazionale di asilo". Ma non solo. Come fa notare il Messaggero, il sistema di accoglienza risente anche della "carenza di risorse finanziarie per tutte le attività dipartimentali", dell'insufficienza delle risorse finanziarie e "la carenza superiore al 50 per cento dell'organico".

Dulcis in fundo, il fallimento del sistema dei rimpatri.

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