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Il centrodestra aspetta la caduta. "Non votiamo la manovra"

I leader stoppano le ipotesi di maggioranze con Renzi: "Scenari irrealistici, siamo alternativi alla sinistra". Ma Salvini apre ai parlamentari delusi: "Ci bastano solo quindici voti al Senato"

Il centrodestra aspetta la caduta. "Non votiamo la manovra"

Una maggioranza anomala con Matteo Renzi? No grazie. Due giorni fa, dopo la conferenza stampa del centrodestra, Matteo Salvini, Giorgia Meloni e Antonio Tajani (nella foto) si sono parlati e hanno concordato una linea comune rispetto alle difficoltà del governo Conte, alla «verifica» e a una possibile caduta dell'esecutivo. I leader si sono detti pronti a lavorare insieme in un governo di transizione e a mettere in campo una alternativa di centrodestra, ma rispetto a maggioranze diverse che dipendano da Matteo Renzi il semaforo è rosso vivo. Una linea che oggi in occasione della presentazione del libro di Bruno Vespa, i leader di Lega e Fdi insieme a Silvio Berlusconi in collegamento online confermeranno all'unisono.

Fare un governo con Renzi? «Non mi pare un periodo ipotetico della realtà» dice Antonio Tajani (nella foto), ospite di Un Giorno da Pecora, su Rai Radio1. Chi potrebbe esser il premier di centrodestra, Salvini o Berlusconi? «Vedremo quello che accadrà, noi siamo alternativi alla sinistra, poi uniti faremo le scelte e sarà il presidente della Repubblica a dare l'incarico, non i partiti. Vedremo se farà cadere il governo, e poi in caso il centrodestra unito deciderà cosa fare. Poi la parola più importante spetterà al capo dello Stato». E sulla manovra: «No no, non voteremo la legge di bilancio, complessivamente non può raccogliere la nostra fiducia». Duro con il governo Conte è anche Giorgio Mulè che usa l'ironia per mettere in luce le contraddizioni dell'esecutivo e la resa dei conti interna alla maggioranza. «Ciò che colpisce di questo governo è la comunione, il comune sentire che muove le loro azioni: da una parte i Cinquestelle danno per morta Italia Viva in caso di elezioni, dall'altra Italia Viva denuncia oramai quotidianamente come Giuseppe Conte si comporti da Re Solo al comando. Nel mezzo il Pd che ignora le priorità del Paese per perdere tempo in queste beghe ridicole e poco dignitose nei confronti degli italiani. Ma d'altronde con un premier che nel suo delirio di onnipotenza questa mattina dice in merito al Dpcm andiamo anche in Parlamento cosa possiamo pretendere? Che neghi l'evidenza dichiarando che in questo momento tutto ci possiamo permettere meno che dare un segnale di scarsa coesione tra le forze di maggioranza. Appunto. Mente sapendo di mentire, fuori dalla realtà e dal buon senso che imporrebbe invece a questo esecutivo sgangherato di ascoltare il centrodestra e le proposte messe sul tavolo del governo». Francesco Giro è netto nel pronunciare il suo «no» all'alleanza anomala: «Mai al governo con il signor game over e con la ministra 1%», dice ricordando la celebre battuta di Renzi «game over» per commentare la decadenza di Berlusconi come senatore e il risultato elettorale dell'1% conseguito da Iv alle ultime regionali in Puglia dalla ministra Bellanova. Al contrario Massimo Mallegni in aula usa il pallottoliere per mandare un messaggio a Renzi. «Stamattina ho contato fino a 163. È un numero sufficiente per un governo a maggioranza di centrodestra che potrebbe sostituire l'attuale. Basterebbe che qualcuno che fa solo avvertimenti a Conte lo volesse appoggiare».

In serata poi è Matteo Salvini, intervistato da Annalisa Chirico, a ipotizzare un governo di centrodestra che arruoli non Renzi, ma parlamentari scontenti della propria collocazione. «Non penso a nessun governo con Conte, Renzi, Di Maio o Zingaretti. Mi rifiuto di pensare che questo governo si trascini per due anni. Se si deve andare avanti con questo eterno rinvio... Quale è l'alternativa? Cercare una maggioranza intorno al centrodestra che è maggioranza nel Paese e, per poco, non è maggioranza nel Parlamento. Al Senato, con una quindicina di persone di buona volontà ci può essere una maggioranza di centrodestra.

Poi noi non andiamo cercare nessuno o manovre di palazzo».

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