F orte centrodestra, centrosinistra in ripresa e crollo del M5S. Ma il voto disgiunto del sistema elettorale in Sardegna insidia il posto al governatore indicato da Matteo Salvini, Christian Solinas e premia il sindaco di Cagliari Massimo Zedda del centrosinistra.
Alle 22 si sigillano le urne, stamattina iniziano gli scrutini e i risultati del voto nell'isola li sapremo solo oggi. Però in serata gli exit poll parziali di Opinio per la Rai danno un quadro strano: centrodestra tra il 43 e il 47%, centrosinistra tra il 27 e il 31%, M5S tra il 14 e il 18%, ma un testa a testa tra Solinas (36,5-40,5%) e Zedda (35-39%). I sondaggi all'uscita dei seggi parlano di preferenze sganciate dai partiti. È una tendenza, ma conferma che la coalizione oggi non al governo vince ancora, dopo Molise e Abruzzo, che tracolla il M5s (alle politiche aveva il 42%), anche se come partito mantiene il primo posto, con Pd al 12,5-16,5%, sopra alla Lega al 12-16%, Fi al 6-10, Fdi al 2-5.
L'affluenza del milione e mezzo di elettori aumenta rispetto alle ultime regionali, per non parlare delle recenti suppletive: alle 19 è del 43,78%(la più alta nel capoluogo), cioè 643.842, 2 punti in più del 2014. Agli azzurri suona come una buona notizia, perché di solito quando s'ingrossa il partito dell'astensionismo le cose vanno male, però è tanta la cautela del coordinatore di FI Ugo Cappellacci. «Sono ottimista, ma con le dita incrociate», confessa. L'ex governatore nel 2014 per il voto disgiunto ha perso il posto per 14mila voti, come un quartiere di Cagliari, a favore di Francesco Pigliaru del centrosinistra e non c'era il M5S a dragare voti da quella parte. Ora torna l'incubo.
Quello della Sardegna è un test nazionale, che dopo l'Abruzzo e in vista delle Europee potrebbe pesare sul governo, acuendo le tensioni interne e riaffermando la formula vincente del centrodestra. Se la Lega tiene, il M5s sembra sotto il 20%. Nell'isola della disoccupazione record, dove i pastori per protesta versano latte per strada e l'anno scorso è raddoppiato il numero soprattutto dei giovani che emigrano, si scontrano le due coalizioni e la solitaria lista 5S per Francesco Desogus è fuori dai giochi, con un 13-17%.
Dal premier Giuseppe Conte al vice Salvini, tutti assicurano che non ci saranno «scosse» sul governo né dal voto locale nè da quello europeo, ma intanto il leader leghista mostra un attivismo sospetto. Come per l'Abruzzo, il Capitano rompe il silenzio elettorale con una raffica di post sui social e dichiarazioni, scatenando le polemiche. «Se pensate anche voi che sia una buona idea ripopolare la Sardegna con gli immigrati (!), come vorrebbe un assessore del PD, oggi votate loro. Per tutti gli altri (urne aperte oggi fino alle 22) c'è solo il voto alla LEGA!», scrive su Twitter. Poi, ai fans in Liguria: «Oggi vinciamo in Sardegna, ne sono strasicuro. A livello nazionale non cambia niente andiamo avanti per 5 anni». Orgoglioso per Quota 100, racconta dell'incontro in Sardegna con 150 operai che andranno in pensione, sostituiti da 100 neoassunti.
E continua a twittare per tutto il giorno: «Andate a votare e insieme vinciamo!». Su Facebook Luigi Di Maio si rallegra dell'affluenza in aumento e rilancia l'appello salviniano: «Andate a votare! Così si vince tutti!». Solo che per il suo M5s pare proprio che non ci sia il «buon voto» che auspica.
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