Il cerchio delle tangenti e le ombre su Zelensky. Mossa del presidente: "Più regole e controlli"

Mazzette sull'energia, chi sono gli uomini sotto inchiesta. Volodymyr prova a uscire dall'angolo

Il cerchio delle tangenti e le ombre su Zelensky. Mossa del presidente: "Più regole e controlli"
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"Come porterai tutti quei soldi?". "Oh è poca roba ci sta in una scatola". Quella "poca roba" sono sei milioni di dollari usati per acquistare una proprietà in Svizzera. Le intercettazioni dell'Ufficio Nazionale Anti Corruzione di Kiev non identificano quelle voci, ma le celano sotto nomi di fantasia come Sugarman, Che Guevara e Karlson. Difficile dunque capire chi si stia godendo quel "buen retiro" lontano dalla martoriata Ucraina. Ora però l'inchiesta, nome in codice Mida, è diventata pubblica e qualche nome in più è emerso.

Secondo i media di Kiev una delle voci è dell'ex- ministro della giustizia Herman Halushchenko. L'altra invece appartiene a Timur Mindich, l'ex socio di Vorodimyr Zelensky scappato all'estero lunedì scorso, poche ore prima della notifica di un mandato di arresto. E qui sta il nocciolo del problema. Mindich oltre ad esser il socio con cui Zelensky fondò l'agenzia di produzioni cinematografica "Kvartal 95" era anche l'amico e il confidente con cui aveva scalato il mondo dello spettacolo e della politica. Ma non solo. Gli anni del conflitto avevano rafforzato ancor di più il legame tra i due trasformando Mindich in un'oscura e ascoltatissima eminenza grigia. Proprio per questo l'inchiesta potrebbe far traballare anche l'uomo simbolo dell'Ucraina. Ma ci si chiede se gli apparati di potere consentiranno all'ufficio anti- corruzione di portare avanti un'indagine che dopo aver fatto cadere due ministri (Halushchenko e la sua collega all'Energia Svitlana Hrynchuk) e l' ex vice premier Oleksiy Chernyshov (costretto alle dimissioni la scorsa estate) bussa alle porte dell'ufficio presidenziale. Del resto il primo a cercar di bloccare gli inquirenti è stato proprio Zelensky. Il decreto con cui la scorsa estate il Presidente cercò di limitarne indipendenza e libertà d'azione venne fermato solo dalle imponenti dimostrazioni di piazza che denunciavano il tentativo di metter fine alla democrazia. Ora però i nodi potrebbero venir al pettine. Stando all'inchiesta, avviata quindici mesi fa, il clan guidato da Mindich e dagli altri "uomini del Presidente" avrebbe incamerato e ripulito oltre cento milioni di dollari usciti dalle casse di Energoatom, l'agenzia di proprietà pubblica a cui fanno capo le centrali atomiche dell'Ucraina. Un milione e 200mila dollari sarebbero finiti nelle tasche del Che Guevara delle intercettazioni ovvero l'ex-vice premier Chernyshow. Ma un ruolo fondamentale sarebbe stato giocato da Dmytro Basov, l'ex-capo del dipartimento di sicurezza di Energoatom soprannominato il Tenore. Quanto basta per sospettare che Zelensky qualcosa sapesse.

Anche perché la gigantesca ruberia attingeva ai fondi di un agenzia chiamata a supplire ai danni causati dai bombardamenti garantendo elettricità e riscaldamento ad una popolazione costretta, invece, al freddo e al buio dai continui black-out. Anche per questo ieri Zelensky ha annunciato non solo la radicale ristrutturazione di Energoatom, ma anche di Ukrhydroenergo, attiva nella produzione di energia idroelettrica e di Naftogaz, la società nazionale di petrolio e gas.

Molti però ricordando "Servitore del Popolo", il film del 2015 in cui interpretava un professore arrivato inaspettatamente alla guida del paese ne rammentano la battuta più famosa. "È possibile diventare presidente e non rubare?". Dieci anni dopo se lo chiedono tutti i suoi connazionali.

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