Che errore il no alla legge sulle moschee

Che errore il no alla legge sulle moschee

La bocciatura, da parte della Commissione Affari Costituzionali della Camera dei Deputati, della proposta di legge 2976, voluta fortemente soprattutto dall'onorevole Daniela Santanché, rappresenta un incaglio preoccupante per il nostro Paese. La proposta mirava ad introdurre e disciplinare il Registro Pubblico delle moschee in Italia ed istituire l'Albo Nazionale degli Imam, con regole e requisiti precisi finalizzati alla trasparenza ed al controllo, in una sorta di patto Stato-Islam. Quantomeno avrebbe segnato l'inizio di un percorso di regolamentazione anche dei rapporti con questa religione che, in Italia, è ormai la seconda confessione per numero di fedeli.

Quanto accade in Europa e nel resto del mondo impone un intervento legislativo dello Stato. I cittadini chiedono a gran voce tutela e sicurezza perché spesso le moschee e le scuole coraniche diventano il serbatoio di sentimenti anti-occidentali con imam e precettori coranici che propugnano, indisturbati, i loro proclami di morte e guerra santa. Daesh e Isis hanno trovato terreno fertile nell'assenza di controllo sui ministri del culto islamico. La stragrande maggioranza dei Foreign Fighters hanno vissuto la propria radicalizzazione in modo disordinato, spesso attraverso figure di Imam privi di qualsivoglia legittimazione.

Nel 2004 il premier spagnolo socialista José Luis Zapatero fu uno dei primi ad ipotizzare di istituire un pubblico registro degli Imam, con requisiti del tutto simili a quelli della proposta italiana: dopo gli attentati di Barcellona dell'agosto 2017, questa iniziativa è tornata in agenda. Anche in Germania, all'interno del partito della Cancelliera Angela Merkel, si è sviluppato recentemente un dibattito sull'istituzione di un pubblico registro degli Imam. In Danimarca è già realtà da qualche anno. Non è ammissibile che l'Italia abbia realizzato intese ormai con quasi tutti i culti e non disciplini in alcun modo l'esercizio del culto islamico.

Siamo quindi alle solite: un gragnuola di eccezioni di costituzionalità ed una volontà politica votata all'immobilismo hanno decretato la bocciatura di una proposta che avrebbe tutelato tutti i cittadini. La compianta Oriana Fallaci ammoniva che «se non ci si oppone, se non ci si difende, se non si combatte, la Jihad vincerà». Le nostre Istituzioni, i nostri rappresentanti non possono rimanere fermi.

Il mio timore è che la proposta di legge tornerà in auge solo quando un attentato terroristico scuoterà anche il nostro Paese e risveglierà le coscienze di coloro che, fino ad oggi, hanno opposto resistenze politiche ed ideologiche.

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