Che errore sopprimere quel cane

Lo hanno ucciso perché la padrona è contagiata ma l'animale poteva servire per studiare il virus

Che errore sopprimere quel cane

Dopo alterne notizie, affermazioni e smentite, ora sappiamo che Excalibur il meticcio di Teresa Romero Ramos, l'infermiera spagnola ricoverata dopo avere contratto l'Ebola, è stato soppresso e cremato. Il marito di Teresa, Javier Ramos, sapute le intenzioni delle autorità, aveva lanciato un video girato dalla sua stanza di quarantena. «Sono in ospedale» ha detto Ramos al microfono «e lancio un appello a chi vorrà aiutarmi a far sì che il nostro cane Excalibur rimanga in vita. Lo vogliono sopprimere senza una ragione, senza un esame, senza il segno di alcuna malattia». L'appello, in poche ore è diventato virale più dell'Ebola. Su Twitter l'hastag #SalvemosaExcalibur ha raccolto 400.000 firme, diventando il secondo più popolare nel mondo intero. Niente da fare. Excalibur ha visto gli con lo scafandro, prima di lasciare questo mondo, ultima vittima dell'Ebola.

Del virus Ebola non sappiamo neanche la fonte del contagio. Gli ultimi «untori» sarebbero i pipistrelli di un'improbabile caverna africana. Quel che sappiamo è che sono stati trovati, in un villaggio africano, devastato dalla malattia, degli anticorpi nel sangue di cani che avevano mangiato carni di scimmie e uomini morti per Ebola. I cani non mostravano neanche un sintomo di malattia e, a pochi chilometri dal villaggio, il sangue dei cani non conteneva più anticorpi. Il cane, se mangia carne o sangue di organismi ammalati di Ebola, sviluppa difese (gli anticorpi) in grado di bloccare il virus, quindi non si ammala e non contagia l'uomo. Non esiste un solo caso documentato al mondo, di tale trasmissione tra cane uomo e vive versa. Del resto, Tom Frieden, direttore del CDC di Atlanta ha affermato nell'ultima conferenza che «nonostante siano stati trovati anticorpi in quei cani del villaggio nel Gabon, crediamo che questo non costituisca un mezzo di trasmissione del virus».

Se, nonostante tutto questo, agli spagnoli rimaneva qualche dubbio, dovevano mettere Excalibur in quarantena e monitorare l'eventuale presenza di virus o anticorpi con banali prelievi seriali di sangue. Una volta appurato che non vi era alcun pericolo, Excalibur sarebbe tornato a casa con Javier e speriamo con Teresa, una volta guarita.

La scienza mondiale avrebbe fatto un passo avanti nel conoscere la dinamica del virus nei cani che sono stati a contatto con proprietari infetti e avrebbe quasi sicuramente concluso che non esiste alcun pericolo. Ma ha vinto il sonno della ragione.

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