Roma - La foglia di Fico stavolta è più larga. Per mettere in ombra i dissidenti (veri o potenziali) Beppe Grillo arriva dove non era mai arrivato: alla censura sul web. L'editto parte dal solito blog e non è un caso che venga diramato un giorno dopo le parole di Roberto Fico, il presidente della commissione di Vigilanza Rai, il grillino di Neanderthal. Dice, in sostanza: «Non siamo né trumpiani né salviniani, Dio ce ne scampi». Poi, ancora su Trump, in pieno disaccordo con Grillo: «Io non gli do nessuna apertura di credito. Di certo non vado contro il voto popolare ed è sbagliato il coro dei mediao. Ma, se mi si chiede se sono d'accordo sul muro per gli immigrati, dico: assolutamente no. Sugli immigrati ci vuole apertura». Poche ore e arriva l'editto del leader: «La linea politica del M5s la decidono gli iscritti». E ancora: «I responsabili della comunicazione del M5s sono Ilaria Loquenzi, Rocco Casalino e Cristina Belotti, rispettivamente alla Camera, al Senato e in Parlamento Europeo, che si coordinano con Beppe Grillo e Davide Casaleggio. Tutte le uscite comunicative dei portavoce (partecipazioni a eventi, interviste a tv e giornali, post sui social network riguardanti l'azione politica del Movimento e simili) devono essere concordate con loro. Altrimenti si rischia di cadere nelle trappole giornalistiche o di danneggiare l'immagine del Movimento con uscite goffe e maldestre. Chi danneggia l'immagine del Movimento può incorrere nelle sanzioni definite dal regolamento: richiami e sospensioni. Non si fanno sconti».
Non è il solito attacco di Grillo alla libertà di pensare e comunicare. Stavolta il gesto appare scomposto, si rivolge a tutti, ma soprattutto a Fico, uno che fin qui aveva goduto di una certa libertà d'azione. E l'attacco alla libertà di espressione sul web? Non rappresenta una contraddizione assoluta per un Movimento nato e cresciuto in rete? Carlo Freccero, consigliere d'amministrazione della Rai, esperto di comunicazione. È stato indicato e votato da M5S e Sel, si definisce un «osservatore di quello che accade nel Paese, studiando gli elettori più che gli eletti». Commenta: «La Rete, e quindi i Cinque Stelle, lavorano sul qui e ora, si occupano di microeconomia e macroeconomia. La Lega è figlia di Rete 4, mentre il M5S è figlio della Rete e dell'odio della stampa. Più i giornaloni li attaccano, più loro crescono. Cosa volete che importi agli italiani della censura sul web di Grillo? Se ne fregano, come il sottoscritto. C'è un'altra cosa: è vero che il Movimento sta costruendo una classe dirigente e quindi vuole evitare che si imbarchi chiunque, come è accaduto in passato per il partito di Di Pietro. Per evitarlo serve disciplina, un po' d'ordine all'interno. È quello che cerca di fare Grillo».
Sarà.
Intanto da ieri spopola in rete il video del big M5s Alessandro Di Battista mentre aizza contro i mezzi di informazione gli ambulanti in protesta davanti a Montecitorio. Con tanto di replica entusiasta dei manifestanti: «Servi, li ammazziamo».- dal lunedì al venerdì dalle ore 10:00 alle ore 20:00
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