Vaticano

"Chi strumentalizza la morte di Ratzinger è gente senza etica"

Il Papa: "Benedetto XVI amareggiato con me? Storie. L'ho consultato per le mie decisioni"

"Chi strumentalizza la morte di Ratzinger è gente senza etica"

La morte di Benedetto XVI è stata strumentalizzata da gente che vuol portare acqua al suo mulino, gente senza etica, di partito, non di Chiesa. Sul volo di ritorno dal Sud Sudan, Papa Francesco risponde come di consueto alle domande dei giornalisti che gli chiedono se, dopo la morte del Papa emerito, il suo lavoro sia diventato più difficile a causa delle tensioni sempre più crescenti tra le diverse ali della Chiesa.

Bergoglio risponde ricordando la levatura di Joseph Ratzinger, il loro stretto rapporto di amicizia e smentendo di fatto quanto svelato da padre Georg Gaenswein, il segretario particolare di Benedetto. Il monsignore tedesco prima della morte di Ratzinger aveva parlato in una intervista di un Papa emerito amareggiato, a cui si era «spezzato il cuore» per le restrizioni imposte da Francesco, attraverso il motu proprio «Traditionis Custodes» al suo provvedimento che liberalizzava la messa in latino. Inoltre, in un libro, Gaenswein aveva svelato la reazione di Ratzinger dopo aver appreso che Bergoglio aveva deciso di mettere a riposo dal ruolo di Prefetto della Casa Pontificia il suo segretario: «Penso che Francesco non si fidi più di me e desideri che lei mi faccia da custode», sarebbe stata la risposta «tra il serio e il faceto» di Ratzinger a padre Georg.

Francesco adesso risponde, chiudendo una volta per tutte la polemica: «Alcune storie che si dicono, che Benedetto era amareggiato per quello che ha fatto il nuovo Papa, sono storie cinesi (storie inventate, ndr), Benedetto anzi io l'ho consultato per alcune decisioni da prendere. E lui era d'accordo. Credo che la morte di Benedetto sia stata strumentalizzata e quelli che strumentalizzano una persona così brava, così di Dio, quasi direi un santo padre della Chiesa, direi che è gente non etica, è gente di partito non di Chiesa. Papa Benedetto non era un amareggiato».

E racconta, a tal proposito un aneddoto: «Una volta che io ho parlato del matrimonio delle persone omosessuali, del fatto che il matrimonio è un sacramento e che noi non possiamo fare un sacramento, ma che c'è una possibilità di assicurare i beni tramite la legge civile. Una persona che si crede un grande teologo, tramite un amico di Papa Benedetto, è andata da lui e ha fatto la denuncia contro di me. Benedetto non si è spaventato, ha chiamato quattro cardinali teologi di primo livello e ha detto: Spiegatemi questo e loro lo hanno spiegato. E così è finita la storia».

A proposito del tema dell'omosessualità, Bergoglio ha ribadito e ripetuto quanto aveva detto a inizio pontificato, di ritorno dal Brasile: «Chi sono io per giudicare se una persona credente è gay? Gli omosessuali sono figli di Dio, Dio gli vuole bene e criminalizzarli è un'ingiustizia. Condannare una persona così è peccato. Non sto parlando dei gruppi, ma delle persone. Alcuni dicono: Fanno dei gruppi che fanno chiasso, io parlo delle persone, le lobby sono un'altra cosa, sto parlando delle persone. E credo che il Catechismo della Chiesa Cattolica dica: Non vanno marginalizzati. Credo che la cosa su questo punto sia chiara».

Sul tema della guerra in Ucraina, Bergoglio in conferenza stampa ha rivelato di non esser più andato in visita a Kiev perché non ha avuto la possibilità di raggiungere Mosca per parlare con Putin e negoziare, così come aveva chiesto all'indomani dell'inizio del conflitto. E ha ricordato tutte le altre zone calde del mondo, dalla Siria allo Yemen fino al Myanmar: «Sì, ci sono guerre più importanti per il rumore che fanno ma, non so, tutto il mondo è in guerra e in autodistruzione. Dobbiamo pensare seriamente: è in autodistruzione. Fermiamoci in tempo, perché una bomba ti richiama una più grande e una più grande e nell'escalation tu non sai dove finirai».

Il Papa, prima di salutare, ha annunciato anche nuovi viaggi: quest'anno Lisbona, in agosto, per la Giornata Mondiale della Gioventù, Marsiglia il 29 settembre e forse la Mongolia. il prossimo anno l'India.

E a chi gli ha chiesto se si sente ancora in forze, Bergoglio ha risposto con una battuta: «Sai bene che l'erba cattiva non muore mai!».

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