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La Chiesa aperta non difende i cristiani

La scelta del Papa di fare accogliere i clandestini nelle parrocchie, pur essendo in stragrande maggioranza musulmani è il colpo di grazia che reciderà il rapporto di fiducia con i cristiani d'Oriente

La Chiesa aperta non difende i cristiani

La scelta di Papa Francesco di fare accogliere incondizionatamente i clandestini persino nelle parrocchie, pur essendo in stragrande maggioranza musulmani, nonostante si tratti di un'invasione promossa dal regime islamico turco di Erdogan e dal terrorismo islamico che dal 2011 controlla le coste libiche, nel contesto di una strategia di islamizzazione demografica dell'Europa, è il colpo di grazia che reciderà il rapporto di fiducia e incrinerà il rapporto spirituale con i cristiani d'Oriente.

La Chiesa di Roma, non solo ha deluso, ma ha tradito le aspettative dei cristiani d'Oriente, gli autoctoni che hanno resistito all'islamizzazione forzosa a partire dal settimo secolo, quando costituivano il 98% della popolazione della sponda meridionale e orientale del Mediterraneo, precipitati al 20% nel 1945, a meno del 6% oggi, mentre si prevede che nel 2020 si dimezzeranno ancora. Dalla seconda guerra mondiale circa dieci milioni di cristiani sono stati costretti a emigrare dai Paesi arabi.

La decisione di assecondare in tutto e per tutto i governi islamici, immaginando che così facendo si sarebbero tutelati i cristiani, l'adozione del relativismo religioso con la «Dichiarazione Nostra Aetate» del 1965 con la sostanziale legittimazione dell'islam sostenendo che entrambe le religioni credono nell'«unico Dio, vivente e sussistente, misericordioso e onnipotente», e che «la Chiesa cattolica nulla rigetta di quanto è vero e santo in queste religioni», ha di fatto legittimato la supremazia dell'islam e favorito l'emarginazione del cristianesimo. Giovanni Paolo II arrivò a baciare il Corano il 14 maggio 1999, fu il primo pontefice a pregare in una moschea, quella Omayyade di Damasco il 6 maggio 2001, così come il 24 gennaio 2002 convocò la prima preghiera interreligiosa ad Assisi. Il 30 novembre 2006 Benedetto XVI, per riparare l'«offesa» all'islam della Lectio magistralis di Ratisbona, fu costretto a pregare nella Moschea Blu di Istanbul, dove tornerà il 29 novembre 2014 Papa Francesco.

Papa Francesco il 25 novembre 2014 si è spinto fino a rendersi disponibile a dialogare con i terroristi dello Stato islamico dell'Isis: «Non chiudo le porte a nessuno (...). Io non do mai per perso nulla». Così come ha messo sullo stesso piano il terrorismo islamico con il «terrorismo di Stato»: «Con i terroristi cadono molti innocenti, c'è la minaccia di questi terroristi, ma c'è anche un'altra minaccia, il terrorismo di Stato».

Ebbene le posizioni di Papa Francesco vengono del tutto sconfessate dagli stessi prelati cattolici d'Oriente. Il vescovo cattolico siriano Issam John Darwich, il 4 aprile 2013, ha denunciato: «Siamo vittime di un complotto internazionale. Oggi, dopo quella che voi in Occidente chiamate Primavera araba, la Siria si è trasformata nel quartier generale dei terroristi islamici (...). Se l'Europa non aiuterà i cristiani in Oriente arriverà anche il suo turno». Monsignore Emil Nona, arcivescovo di Mosul, in un'intervista al quotidiano Avvenire il 12 agosto 2014, afferma senza mezzi termini che i terroristi islamici «rappresentano la vera visione dell'islam»: «La base è la religione islamica stessa, nel Corano ci sono versetti che dicono di uccidere i cristiani, tutti gli altri infedeli. La parola “infedele” nell'islam è una parola molto forte: l'infedele nell'islam non ha una dignità, non ha un diritto. A un infedele si può fare qualsiasi cosa: ucciderlo, renderlo schiavo, tutto quello che l'infedele possiede, secondo l'islam, è un diritto del musulmano. Non è un'ideologia nuova, è un'ideologia basata sul Corano stesso. Queste persone rappresentano la vera visione dell'islam». Padre Douglas Al Bazi, parroco di Mar Eillia ad Erbil, intervenendo al Meeting di Rimini il 23 agosto 2015, ha detto che l'islam è pari al terrorismo: «Per favore, se c'è qualcuno che ancora pensa che l'Isis non rappresenta l'islam, sappia che ha torto. L'Isis rappresenta l'islam, al cento per cento (...) Vi imploro: non parlate di conflitto. È un genocidio (...) Svegliatevi! Il cancro è alla vostra porta. Vi distruggeranno.

Noi, cristiani del Medio Oriente, siamo l'unico gruppo che ha visto il volto del male: l'islam». Svegliamoci!

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