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La Chiesa va in soccorso di Papa Ratzinger. "Lottò contro gli abusi"

I media vaticani: "Da lui norme durissime sulla pedofilia. Ascoltò e difese le vittime"

La Chiesa va in soccorso di Papa Ratzinger. "Lottò contro gli abusi"

«Verità» è la parola che più ricorre nel libro che monsignor Georg Gaenswein diffonde all'indomani dell'inchiesta in Germania che accusa Joseph Ratzinger di aver coperto 4 casi di abusi sessuali di sacerdoti quand'era arcivescovo di Monaco e Frisinga, tra il 1977 e il 1982. Un'uscita che ha il sapore della difesa rafforzata da un editoriale di Andrea Tornielli, direttore dei media vaticani. «Gli uomini di Chiesa sono uomini, possono sbagliare, ma la Chiesa è lo strumento voluto da Cristo stesso per rinnovare il mondo» si legge nel volume di Gaenswein, il cui filo conduttore è «resistere alla dittatura dello spirito del tempo vivendo la verità della fede cristiana». «É ovvio che chi difende la fede e la verità della fede, al momento opportuno e non opportuno, per dirla con le parole di san Paolo, non può aspettarsi di suscitare sempre gioia e gratitudine. Arriva la critica - sottolinea l'autore - Ma Benedetto non si è lasciato né provocare né tantomeno intimorire».

Il terremoto nella Chiesa tedesca è cominciato il 20 gennaio con la diffusione di un rapporto choc che ha portato alla luce quasi 500 casi di abusi sessuali tra il 1945 e il 2019. Il libro bianco tira in ballo Ratzinger, che - secondo i legali che ha stilato il dossier - non prese provvedimenti adeguati di fronte a quattro casi di abusi sessuali su minori.

Il giorno dopo Papa Francesco condanna gli abusi ma non dice nulla in difesa del predecessore. Il 24 gennaio Ratzinger diffonde una dichiarazione in cui ammette di aver partecipato a una riunione in cui veniva discusso il caso di un sacerdote accusato di pedofilia, ma sottolinea che l'errore «non è stato commesso in malafede». A quella riunione Ratzinger c'era ma, secondo la ricostruzione del pontefice tedesco, «non venne discussa l'assegnazione al prete in questione di una parrocchia, dove continuò per anni ad abusare sessualmente di minorenni, ma la sola decisione di accogliere il sacerdote per un trattamento psicoterapeutico che gli era stato raccomandato proprio per affrontare gli abusi sino ad allora commessi».

Ieri, quarto atto. Il Vaticano - evidentemente anche su indicazione di Bergoglio - pubblica un lungo editoriale a firma di Tornielli in cui si ricorda l'impegno profuso da Ratzinger nel combattere la piaga della pedofilia. «Le ricostruzioni contenute nel rapporto di Monaco, che - va ricordato - non è un'inchiesta giudiziaria né tantomeno una sentenza definitiva aiuteranno a combattere la pedofilia nella Chiesa se non verranno ridotte alla ricerca di facili capri espiatori e di giudizi sommari. Solo evitando questi rischi potranno contribuire a una ricerca della giustizia nella verità e a un esame di coscienza collettivo sugli errori del passato».

L'editoriale ricorda che Ratinger rilascerà una dichiarazione dettagliata dopo l'esame del rapporto. «Nel frattempo - scrive Tornielli - si può ripetere con forza la condanna di questi crimini sempre ribadita da Benedetto XVI e ripercorrere quanto è stato fatto negli ultimi anni nella Chiesa a partire dal suo pontificato». «È stato proprio Ratzinger il primo Papa ad incontrare più volte le vittime di abuso durante i suoi viaggi apostolici. É stato Benedetto XVI, anche contro l'opinione di tanti sedicenti ratzingeriani, a proporre, nel mezzo della bufera degli scandali in Irlanda e in Germania, il volto di una Chiesa penitenziale, che si umilia nel chiedere perdono, che prova sgomento, rimorso, dolore, compassione e vicinanza».

Intanto ieri Papa Francesco è intervenuto chiedendo ai genitori di non condannare mai i figli per i loro orientamenti sessuali. «Penso ai genitori di fronte ai problemi dei figli, genitori che vedono orientamenti sessuali diversi nei figli.

Mai condannare un figlio».

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