Le chiese vittime di vandali e incuria

Nel 2018 1.063 segnalazioni. Quest'anno in una settimana 5 attacchi

Le chiese vittime di vandali e incuria

Le chiese francesi sono sotto tiro e stanno cadendo a pezzi. Lo scorso anno sono stati registrati 1.063 atti vandalici, furti o incendi nei luoghi di culto cristiani. Una media di oltre due chiese sotto attacco al giorno. E guai a parlare di migranti o islamici, anche se gli assalitori delle chiese francesi sono di tutti i generi compresi gli adoratori di Satana. Lo stato francese è responsabile dell'incuria e dell'abbandono dei luoghi di culto d'oltralpe dopo averli in gran parte nazionalizzati nel 1905.

Nella notte del rogo di Notre Dame i siti jihadisti di mezzo mondo hanno esultato per il colpo ai «cuori dei leader crociati». Gli orfani dello Stato islamico si sono scambiati immagini del drammatico incendio esprimendo giubilo per il simbolo della cristianità che stava andando in fumo. Il sito specializzato americano Site, che monitorizza i canali jihadisti in rete, parla chiaramente di «baldoria» degli estremisti islamici sui social.

Non è un caso l'aumento di atti vandalici, furti e incendi nei confronti delle chiese in Francia, lo scorso anno aumentati del 17% rispetto al 2017. E dall'inizio dell'anno, in una sola settimana, ben cinque chiese sono finite sotto tiro. Il 6 febbraio la chiesa di Notre-Dame dei bambini a Nimes è stata pesantemente vandalizzata. Il tabernacolo con le ostie fatto a pezzi e gli ornamenti dell'altare buttati per aria. I vandali hanno anche disegnato una croce su una parete con degli escrementi.

La chiesa di San Nicola di Houilles è finita per tre volte sotto il tiro dei vandali solo in febbraio. Una statua della Vergine Maria è stata letteralmente polverizzata. Pure la cattedrale di Saint Alain a Lavaur è finita nel mirino. Padre Emmanuel Pic ha spiegato che «niente di valore è stato portato via». I profanatori volevano dimostrare la loro rabbia nei confronti «del cuore della fede cattolica» secondo il religioso. Il 17 marzo è stato appiccato un incendio alla chiesa di Saint Sulpice, la seconda più grande di Parigi, dove sono state girate diverse scene del film Codice da Vinci. Fin da febbraio il primo ministro Edouard Phillipe aveva lanciato l'allarme su «cinque chiese dissacrate in una settimana».

Purtroppo lo stato francese ha una buona dose di responsabilità per l'incuria, la scarsa attenzione e sensibilità nei confronti delle chiese. La legge di confisca dei beni ecclesiastici del 1905 ha prodotto effetti collaterali che riguardano direttamente il rogo di Notre Dame. Il gioiello gotico non appartiene al Vaticano, ma allo stato che non ha mai curato in maniera adeguata questo patrimonio dell'umanità. Dei 150 milioni di euro necessari per il restauro e messa in sicurezza della cattedrale il governo ne ha sborsati appena due per la guglia andata in fumo. Da tempo cadevano pezzi di pinnacoli e balconate, ma lo Stato pensava solo ad incassare i quattro milioni all'anno dei biglietti dei turisti che visitano le torri. Il governo aveva addirittura proposto la beffa di una lotteria di beneficenza per salvare le chiese di Francia. I luoghi di culto dispersi sul territorio sono spesso in mano ai comuni di sinistra che non hanno voglia di sostenere i costi di manutenzione.

E fanno di tutto per demolirli trasformandoli in parcheggi o per cambiare la destinazione d'uso in sale polifunzionali, discoteche e in alcuni casi moschee. La Francia mette in vendita o abbandona circa venti chiese all'anno.

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