Cronache

Chiesto l'arresto di monsignor Zanchetta

È accusato di abusi sessuali e malversazione. Il via libera spetta al Papa

Chiesto l'arresto di monsignor Zanchetta

Nel giorno in cui, dalla Thailandia - dove si trova per il suo 32esimo viaggio internazionale Papa Francesco condanna gli abusi sessuali su donne e minori, arriva la notizia del mandato di arresto per monsignor Gustavo Zanchetta, accusato di abusi sessuali semplici e continuati ai danni di due seminaristi, aggravato dal fatto di essere stati commessi da un ministro di culto. È stata la magistratura di Salta, in Argentina, a spiccare un mandato di cattura internazionale nei confronti del vescovo argentino che dal 2017 risiede in Vaticano, a Santa Marta, lo stesso alloggio dove vive Papa Francesco.

Il vescovo risultava da tempo irrintracciabile, non rispondeva a telefonate ed email inviategli per procedere alla notifica degli atti processuali. Per questo, la pm argentina Maria Soledad Filtrin ha deciso di emettere il mandato nei confronti dell'ex vescovo di Oran, considerato vicino a Bergoglio. Nel 2017 monsignor Zanchetta era stato richiamato in Vaticano dal pontefice, che lo aveva nominato anche consigliere dell'Amministrazione del patrimonio della Sede Apostolica. Ma a maggio di quest'anno, Francesco aveva autorizzato l'apertura di un processo canonico, che potrebbe portare se ritenuto colpevole alla dimissione allo stato laicale del presule.

Il monsignore era stato denunciato il 6 febbraio scorso da un giovane che aveva rivelato di essere stato vittima di «episodi a sfondo sessuale» all'interno del seminario Juan XXIII. Qualche giorno dopo un secondo seminarista lo aveva denunciato per abusi e condotta inappropriata, all'interno della canonica San Antonio, nello stesso seminario. La procura di Salta sta indagando anche per «abuso di potere e cattiva gestione dei fondi» del vescovado. Dopo le accuse mosse da cinque sacerdoti nel 2016, il vescovo è sotto inchiesta anche per una gestione dei fondi della diocesi non proprio trasparente, comprese donazioni provenienti dai fedeli e contributi statali, tra cui 90mila dollari destinati alla costruzione di un seminario e alla riparazione di una casa parrocchiale.

Una tegola per il Papa, dunque, impegnato in questi giorni in un delicato viaggio tra Thailandia e Giappone. E ora in molti si attendono una parola da parte del Vaticano, se non del Pontefice stesso. Monsignor Zanchetta si è sempre proclamato innocente, ma la parola passa alla segreteria di Stato che dovrà autorizzare o meno l'arresto del presule. In assenza di accordi non è prevista nessuna estradizione dal Vaticano all'Argentina, e spetterà al cardinale Pietro Parolin, in accordo con Bergoglio, decidere se consegnare l'alto prelato alla magistratura, visto che il vescovo gode dell'immunità diplomatica.

Non è escluso che Francesco dica una parola durante la consueta conferenza stampa sul volo di ritorno dall'Asia.

Commenti