Coronavirus

Chirurgiche o Kn95, tutto quel che sai è falso. I test di laboratorio: usate male da un anno

Molti Paesi ora consentono solo le Ffp2. All'aperto? Sono inutili o dannose

Chirurgiche o Kn95, tutto quel che sai è falso. I test di laboratorio: usate male da un anno

Se non tutto quello che sappiamo sulle mascherine è falso, perlomeno lo è buona parte. Prenderne coscienza solo ora è tragico, ma meglio tardi che mai. Stando alle analisi di Fonderia Mestieri, l'azienda di Torino che è diventata punto di riferimento per valutare la capacità filtrante delle mascherine anche per le forze dell'ordine, cui dà una mano gratis, una gran parte di ciò che ci siamo messi sulla faccia in questo anno è inutile o dannosa. Facciamo ordine in questo caos criminale.

Le mascherine di comunità, ovvero quelle di stoffa, sdoganate con il decreto Cura Italia di marzo 2020, a inizio pandemia, quando non si trovava uno straccio da mettersi sulla faccia. «Servono a fare gli untori -spiega Marco Zangirolami, fondatore del laboratorio- non filtrano nulla ma così la gente crede di avere la stessa protezione di chi indossa una mascherina efficace. Incredibile che non le abbiano ancora tolte di mezzo». Sarà un caso, ma in Parlamento ne è vietato l'uso.

Le chirurgiche, le classiche mascherine blu. «Fermano il droplet ma hanno una capacità filtrante ridotta per l'aerosol -spiega Zangirolami- soprattutto perché dai lati entra un 30-40 per cento d'aria. Significa che in un ambiente ben aerato possono avere una certa utilità, ma in ambienti chiusi dove si sta vicini non servono a nulla». Francia, Austria e Germania hanno vietato le mascherine di stoffa e in molti ambienti stop pure alle chirurgiche.

Le Kn95 sono le mascherine d'importazione che seguono lo standard cinese e in Italia sono parificate alle FFp2. «C'è un problema -spiega Zangirolami- le linee guida, pur di consentire l'importazione, hanno ammesso una serie di deroghe inclusa quella dell'aderenza al volto. Essendo progettate per un volto orientale, fanno entrare aria e sono molto meno sicure».

Le FFp1 sono un mistero. «Sono le mascherine da lavoro -spiega Zangirolami- hanno una capacità filtrante simile a quella delle chirurgiche ma aderiscono al volto. Sarebbero un ottimo compromesso e in Italia avremmo da tempo avuto la capacità di produrle. Chissà perché invece sono state poco prese in considerazione».

Infine le Ffp2. Francia, Austria e Germania le stanno rendendo obbligatorie in ambienti chiusi, seguite da altri Paesi. Le raccomanda sui bus perfino la Svezia, da sempre scettica per il timore che inducano falsa sicurezza. «Le Ffp2 -spiega l'esperto- hanno capacità di filtrazione altissima. Se da settembre tutti ci fossimo dotati di mascherine corrette, forse non avremmo avuto le nuove ondate». E invece? «Invece -dice Zangirolami- abbiamo importato milioni di mascherine spazzatura a prezzi bassi, mettendo fuori mercato i produttori italiani che vendono all'estero quelle buone». La politica italiana: carente educazione alla mascherina e obbligo anche all'aperto: «Dove non servono.

Che idiozia- chiosa Zangirolami- se c'è distanza meglio respiare e non avere sul viso collettori di batteri».

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