"Chiusi il più possibile". È scontro con le Regioni

Da una parte più rigore per evitare la terza ondata delle feste, dall'altra un allentamento dei divieti sotto Natale per dare fiato all'economia

"Chiusi il più possibile". È scontro con le Regioni

Da una parte più rigore per evitare la terza ondata delle feste, dall'altra un allentamento dei divieti sotto Natale per dare fiato all'economia. Mentre il governo attende le proposte del comitato tecnico scientifico la linea dei ministri Boccia e Speranza che chiedono di rinforzare le restrizioni dovrà passare attraverso il confronto con le Regioni. E si rischia di nuovo il braccio di ferro. Il ministro per gli Affari regionali Boccia la mette così: «Ritengo più utile per tutti chiudere il più possibile. Se la domanda è si fa il cenone di Natale? La risposta è no. Senza la salute e la vita non ci sarà mai il business. Dobbiamo essere tutti responsabili. Sono molto fiducioso. Non temiamo frizioni con le Regioni perché con loro abbiamo lavorato fianco a fianco. Ci sono state diversità di opinioni che abbiamo sempre affrontato». Tra oggi e domani sul tavolo del confronto tra esecutivo e governatori ci sono le nuove misure da far scattare nei festivi: «Come Regioni, nelle prossime ore, discuteremo con il governo per capire come arginare il rischio di una terza ondata. È inevitabile che arrivi una terza ondata ma il tema è se sarà troppo robusta o invece, come ci auguriamo, se sarà lieve - avverte il presidente della conferenza delle Regioni e dell'Emilia Romagna, Stefano Bonaccini - Siccome non possiamo richiudere tutto e tutti vogliamo capire intanto l'intendimento del governo dopo le discussioni che stanno facendo in queste ore, poi vediamo se c'è una disponibilità delle Regioni a valutare insieme quali eventuali restrizioni possano aiutare a non fare rialzare i contagi». Si cerca un compromesso, dunque, tra lo scenario più rigido di un lockdown a Natale e quello aperturista. Il governatore del Veneto Luca Zaia è preoccupato per l'innalzamento dei contagi nella sua regione, ma chiede uniformità di decisioni sui territori: «Non faremo scelte autonome perché è partita un'interlocuzione di tutte le Regioni con il governo. Credo sia questione di ore. Sono convinto che davanti a una situazione come questa delle misure ci vogliono. Evitiamo di andare in ordine sparso però». Il governatore chiede che arrivino «i ristori accanto alle misure restrittive. Si fa presto a fare gli eroi con il portafoglio degli altri. Solo se si prendono misure a livello nazionale con i ristori può essere una soluzione incisiva».

Critico invece il presidente della Liguria Giovanni Toti. Perché introdurre nuove restrizioni a Natale «non è coerente al metodo che ci siamo dati fino a questo momento. Mi convince una stretta dove serve, come si è sempre fatto. Ora cambiare totalmente metodo non ha senso. Ma se uno apre negozi e ristoranti e incentiva anche i pagamenti elettronici, immagino che si voglia dare alle persone la possibilità di uscire e fare acquisti per Natale. Poi non ci si può spaventare per una foto dove si vedono tante persone, peraltro ordinate e con la mascherina: questa diventa una pandemia emotiva. Io farei vivere il Natale agli italiani in serenità, pur con le regole che ci sono e rispettando tutte le norme».

Il governatore del Friuli Venezia Giulia Massimiliano Fedriga condiziona il via libera a eventuali restrizioni all'erogazione di sostegni economici alle categorie colpite: «Le scelte sono due: o misure forti, quindi chiusure

nette, per ridurre il contagio in maniera decisa, o tenere aperto. Le mezze misure non vanno bene, così come i ristori a metà». Se si chiude, «il governo deve trovare le coperture economiche dal 25 dicembre al 6 gennaio».

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