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Ciak, si gira la sharia. Ecco l'Hollywood dell'Isis

In Nigeria il Califfo e Boko Haram finanziano film. Soprattutto dell'orrore

Ciak, si gira la sharia. Ecco l'Hollywood dell'Isis

Nella sterminata e sempre più sorprendente galassia jihadista può anche accadere, ed è purtroppo accaduto, che Isis e Boko Haram decidano persino di finanziarie l'industria cinematografica. Kannywood non è una provocazione, non è un «si dice» e neppure un frammento strappato via alle tante leggende metropolitane. É un'azienda che fattura, che produce persino degli utili, ma che, soprattutto, realizza film dedicati ai valori della sharia, la raccolta di leggi che regolano l'islam più irredentista. Kannywood nasce da una costola di Nollywood, la celebre casa di produzione cinematografica nigeriana terza al mondo per realizzazione di film, preceduta da Hollywood e dall'indiana Bollywood, che scalzò dal gradino più alto del podio i californiani nel 2009, anno della statuetta degli Oscar consegnata a The Millionaire. La sede di Kannywood si trova appunto a Kano, nel nord della Nigeria, capoluogo della regione omonima, uno dei territori saldamente nelle mani dei Boko Haram. Il direttore generale Mahmoud Salisou parla del nuovo progetto con entusiasmo, dando per scontato l'impostazione integralista dell'azienda. «Dovevamo creare qualcosa di nuovo. Nollywood stava regalando una visione distorta e peccaminosa della quotidianità nigeriana. I costumi sono corrotti e la depravazione dilaga nel sud del Paese. Non si poteva andare avanti con nudi, tradimenti, giovani alcolizzati o drogati e auto di lusso. Servivano trame alternative per i film. A nord la sharia ha purificato la Nigeria, e le pellicole che confezioniamo tengono conto dei valori islamici». E quando gli viene chiesto che cosa ha in comune Kannywood con Boko Haram o Isis, Salisou risponde senza giri di parole: «Tutti coloro che finanziano o che finanzieranno i nostri progetti sono i benvenuti. I soldi servono a dare linfa vitale alla sharia attraverso lo strumento della comunicazione. Altro non ci deve interessare». Salisou quindi conferma la collusione tra cinema nigeriano (anzi, della Nigeria del nord) e milizie jihadiste e non nega persino di aver ricevuto «importanti contributi da Qatar e Arabia Saudita». Parole confermate persino dal ministro degli Interni Abdulrahman Dambazau, che dice di avere «prove documentate» di una collaborazione tra troupe di Kannywood e Isis nella realizzazione di alcuni video di ostaggi uccisi dai tagliagole di Al Baghdadi. Il riferimento va in particolar modo al video della morte di Muath Kasasbeh, il pilota dell'aviazione giordana catturato in Siria il 24 dicembre 2014 e bruciato vivo in una gabbia nei primi giorni del 2015. L'atroce filmato fece il giro del mondo, ma lasciando da parte l'autenticità vera o presunta della morte di Kasasbeh, il filmato spicca per la qualità delle immagini prese quasi in prestito da un kolossal, senza dimenticare la spaventosa efficacia della colonna sonora, e persino il cooming soon intercettato da Site (il portale americano che monitora l'attività del Califfato), che preparava i telespettatori al lancio di un evento cinematografico imperdibile. «C'è la mano di Kannywood in quella morte - ricorda il ministro Dambazau - a noi tocca smantellare questo obbrobrio». Impresa difficile, come racconta Ike Emeka, direttore generale di Nollywood, l'industria del cinema nigeriano nazional-popolare. «Sono intoccabili e ci minacciano in continuazione. Di recente hanno redatto un fatwa di morte contro Mimi Orjiekwe, una delle nostre attrici più famose. La sua colpa? Aver fatto in un film il bagno nello champagne». Per la cronaca invece gli affari per Kannywood sembrano andare a gonfie vele, tra storie di imam che insegnano i valori del Corano, donne umiliate ed esaltazione di «eroi» che si fanno saltare in aria nei mercati di Lagos o Abuja.

Ogni pellicola contiene messaggi espliciti a favore dell'islam radicale, ogni film si chiude con la scritta «Gloria ad Allah» e non mancano attacchi contro chi vive in netta opposizione con i dettami dell'Islam.

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