Coronavirus

Cina, zero ricoveri a Wuhan. Arriva il galateo anti virus

Niente più decessi da 11 giorni in tutto il Paese. Multe quadruplicate per chi sputa in strada

Cina, zero ricoveri a Wuhan. Arriva il galateo anti virus

Se i dati ufficiali forniti dalle autorità sanitarie cinesi sono credibili e sempre più spesso dalle nostre parti si è avuto ragione di dubitarne negli ospedali di Wuhan, la metropoli dove l'incubo mondiale del Covid-19 ha avuto origine circa quattro mesi fa, non c'è più un solo ricoverato per il coronavirus. Inoltre, da ormai undici giorni in tutta la Cina non si sono più registrati nuovi decessi, e da venerdì scorso Wuhan non ha più avuto casi gravi di contagio. L'epidemia in Cina sarebbe insomma ormai agli sgoccioli: sono 51 i casi gravi dichiarati al momento attivi in tutto il Paese, di cui 11 registrati nelle ultime ventiquattr'ore. Si chiuderebbe dunque così la terribile parabola che ha visto (sempre secondo dati ufficiali) ammalarsi in Cina poco meno di 83mila persone con oltre 4.600 morti.

Mentre il Paese focolaio della pandemia canta vittoria, le autorità di Pechino tentano di rilanciare una campagna educativa tesa ad eliminare i comportamenti incivili di troppi cittadini che, insieme con usanze deprecabili come quelle dei mercati ibridi in cui si vendono vivi e si uccidono in modo promiscuo animali molto diversi e potenziali portatori di infezioni, sono all'origine di pessime condizioni di igiene pubblica. La capitale della Cina mette dunque in forma di legge una serie di norme di semplice buona educazione e rispetto per il prossimo che troppo spesso i suoi cittadini non osservano o semplicemente ignorano. Sarà dunque quadruplicata fino a 200 yuan (circa 30 euro) la già esistente ammenda prevista per chi sputa per strada (comportamento purtroppo comunissimo come chiunque ha viaggiato in Cina ha potuto osservare, e solitamente accompagnato da rumorosi e ostentati preliminari), e sarà vietato starnutire senza coprirsi il naso e la bocca. Diventerà obbligatorio indossare la mascherina in caso di malattia e perfino circolare vestiti in modo decoroso: stop quindi al cosiddetto «bikini di Pechino», l'abitudine di molti uomini di andare in giro con la camicia arrotolata verso l'alto lasciando la pancia nuda per difendersi dalla calura estiva. Verranno inoltre tracciate per le strade linee di demarcazione per favorire l'obbligatorio distanziamento sociale, il meraviglioso «regalo» che la Cina ha fatto a tutto il mondo in questo 2020.

Va ricordato che a Pechino vengono già puniti per legge una serie di comportamenti incivili quali defecare in luogo pubblico (accade anche questo), gettare immondizia dall'alto nelle strade e in generale sporcarle, portare a spasso il cane senza guinzaglio, fumare dove è vietato e mangiare a bordo dei mezzi pubblici. Forse il massimo dell'efficacia preventiva lo otterrà la minaccia di far denunciare dalla polizia le infrazioni più gravi: in Cina esiste infatti un sistema di «credito sociale» che funziona come una patente a punti, e chi ne perde troppi (magari anche perché non abbastanza ligio ai dettami ideologici del partito comunista al potere) può vedersi impedire di prenotare un albergo o di salire su un treno o un aereo.

Questo giro di vite educativo ha anche lo scopo di meglio accreditare la Cina nel novero dei Paesi più civilizzati. Ma Pechino usa anche altri metodi: il ministero dell'Interno tedesco, rispondendo a una interrogazione parlamentare di una esponente dei Verdi, ha ammesso che la notizia di pressioni da parte di diplomatici cinesi su funzionari di Berlino affinché dessero valutazioni positive sulla gestione della pandemia da parte di Pechino era vera.

Il governo Merkel ha sottolineato di non aver ceduto alle pressioni.

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