Cinque mozioni diverse, il "campo largo" cade anche sulla politica estera

I riformisti del Pd votano contro il testo presentato da 5S e Avs Fdi: "L'opposizione è inconsistente"

Cinque mozioni diverse, il "campo largo" cade anche sulla politica estera
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Il dibattito sull'aumento delle spese per la difesa fa saltare in aria il campo largo. Nel Pd i riformisti votano contro la linea di Schlein. In Aula, alla Camera dei deputati, le opposizioni si spaccano e presentano cinque mozioni. Dal no alla Nato alla condanna tiepida per i droni russi in Polonia: la sinistra sfoggia tutto il repertorio anti-Occidente. È il solito show anti-Nato. La maggioranza preferisce non presentare alcun testo. A sinistra va in scena il solito suk. Avs e M5s chiedono al governo di uscire dalla Nato. Il Pd (in imbarazzo) si astiene per evitare tensioni con gli alleati in campagna elettorale. Ma tra i dem tre deputati, Marianna Madia, Lorenzo Guerini e Lia Quartapelle votano contro, ignorando l'indicazione della segretaria Schlein. Per Azione interviene Ettore Rosato che ricorda: "Serviva condanna forte a Putin". L'Aula boccia tutte le mozioni. Il test di Avs chiede, "anziché portare la spesa militare al 5 per cento del Prodotto interno lordo, di adottare iniziative per finanziare, sin dal prossimo disegno di legge di bilancio, il Fondo sanitario nazionale per almeno 8 miliardi di euro aggiuntivi al fine di raggiungere almeno la media europea". Anche i 5s, nel loro documento, chiedono di "scongiurare qualsiasi ipotesi di aumento della spesa in difesa e sicurezza in riferimento al raggiungimento dei nuovi target Nato, adottando contestualmente iniziative urgenti volte al progressivo aumento annuale delle risorse del Fondo sanitario nazionale". Di tutt'altro avviso Azione, che intende impegnare a "una tabella di marcia realistica per l'incremento della spesa per la difesa". Da Matteo Renzi si barcamena per non irritare l'alleato grillino. Iv propone di "accompagnare ogni aumento della spesa militare con il miglioramento e l'efficientamento della spesa sanitaria, anche al fine di abbattere le cosiddette liste d'attesa, nonché di adottare il modello un euro in spesa militare, un euro in cultura". Il Pd invece insiste sulla difesa comune.

Dal governo arriva il parere negativo alle cinque mozioni. "Le votazioni di oggi sulle mozioni relative alle spese per la Difesa dimostrano ancora una volta la fragilità e l'inconsistenza del cosiddetto campo largo" sottolinea Cristina Almici di Fdi. Dalla Lega giungono bordate ai grillini: "Non votiamo le due mozioni di M5s e Avs di fatto chiedono di rompere l'accordo preso tra i Paesi Nato, di non arrivare al 5% delle spese militari" a cui "noi non siamo contrari. Noi vogliamo essere saldamente legati all'Alleanza Atlantica, queste mozioni" sostanzialmente "chiedono di uscire dalla Nato.

La discussione che stiamo facendo al nostro interno è come declinare queste spese militari. Ad esempio, noi vorremmo fossero anche a tutela della sicurezza interna, con l'assunzione di più agenti delle forze dell'ordine" spiega il capogruppo della Lega alla Camera, Riccardo Molinari, a Radio 24.

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