La "Cirinnà" parte male "È anticostituzionale e discrimina gli etero"

I giuristi lanciano l'allarme: non passerà l'esame della Consulta, crea più problemi di quanti ne risolva

La "Cirinnà" parte male "È anticostituzionale e discrimina gli etero"

Paola Concia e Maria Elena Boschi festeggiano, ma molti giuristi si mettono le mani nei capelli. La legge sulle unioni civili ha confezionato un similmatrimonio, qualcosa che assomiglia al legame fra marito e moglie, copiando però l'originale in modo maldestro. «Per dirla in una battuta - spiega al Giornale Mario Esposito, ordinario di Diritto costituzionale all'Università del Salento - il testo appena approvato crea più problemi di quelli che risolve». Problemi concreti, per capirci, che potrebbero innescare un gigantesco contenzioso davanti ai giudici e poi alla Corte costituzionale. «Problemi - specifica Elisabetta Alberti Casellati, fra i più noti avvocati matrimonialisti italiani, oggi consigliere al Csm - che sono figli di una linea politica furbetta. A parole si diceva di voler creare un soggetto nuovo, l'unione fra persone dello stesso sesso, in pratica si è inseguito il matrimonio tradizionale fino a dare vita ad un ibrido». Un vero pasticcio all'italiana.

Non si tratta di slogan, ma di questioni che partono dalla Costituzione e arrivano fino ai dettagli della vita domestica. «Il legislatore - prosegue Alberti Casellati - sostiene che l'unione fra persone dello stesso sesso va inserita fra le formazioni sociali, con riferimento agli articoli 2 e 3 della Costituzione. Perfetto, ma poi vediamo che tutti i rimandi, martellanti, sono all'articolo 29 e alla disciplina della famiglia. Si è fatto un giro tortuoso per giungere, senza dirlo, al matrimonio, ma questo pone seri profili di costituzionalità perché va contro l'articolo 29 della nostra Carta». Non solo: ci sarebbe un altro meccanismo che scricchiola, perché molti diritti concessi alle coppie dello stesso sesso vengono negati alle coppie di fatto fra uomini e donne. Come mai? «Se si sostiene di non voler replicare il matrimonio - è la domanda ingombrante che rilancia Alberti Casellati - perché si discriminano le coppie di fatto miste?». Qualcosa non funziona e la Consulta potrebbe aprire una riflessione ad hoc.

Cosi come pare traballare il capitolo adozioni: «Quel che esce dalla porta della legge rientra dalla finestra del comma 20 - aggiunge il senatore Carlo Giovanardi - quando si afferma che resta fermo quanto è previsto e consentito in materia di adozione dalle norme vigenti». Questo significa delegare in modo allusivo ai giudici lo scardinamento della legge tradizionale che in teoria, almeno per quanto riguarda i bambini, non viene toccata. Ma anche qui ci inoltreremo in un terreno minato, pieno di incognite, punti in sospeso, situazioni tutte da definire».

Insomma, la legge che dice e non dice rischia di diventare presto un campo di battaglia. «Vedo almeno due aree critiche - riprende Esposito - quella previdenziale e quella successoria». Di che si tratta? «La norma riconosce al partner la possibilità di diventare erede del compagno defunto e allo stesso tempo gli promette la pensione di reversibilità. Va bene, ma cosi si apre il libro delle possibili discriminazioni». Un esempio? «Ammettiamo che il signor Mario sia stato sposato e poi abbia divorziato. Chi la spunterà alla sua morte, il partner o l'ex moglie che pure è tutelata dall'articolo 29 della Costituzione?».

Temi insidiosi per un ventaglio di casi senza fine: «Se io contraggo - conclude Esposito - tre o quattro unioni civili nella mia vita, anche perché non c'è l'obbligo di fedeltà e si possono sciogliere con una certa facilità, che succede? Come si regoleranno fra loro gli ex partner?».

Domande maliziose ma non astratte. Quesiti che si moltiplicano più si studia in profondità un testo che pare gracile e problematico. Si vedrà. Intanto, la legge affronterà presto un primo esame davanti alla Consulta.

Si tratta di una questione di metodo e non di merito: 51 senatori hanno sollevato un conflitto di attribuzione perché il Senato ha loro impedito di approfondire l'argomento in commissione Giustizia. Il primo step, sull'ammissibilità, è previsto per il 18 maggio. «Se i 51 dovessero vincere - è la conclusione di Esposito - la legge andrebbe subito in pezzi».

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