
Daniela Fumarola, rieletta ieri segretario generale della Cisl, ha lanciato un chiaro messaggio di apertura al dialogo con il governo sottolineando la necessità di un Patto sociale che superi la logica dello scontro ideologico. Allo stesso tempo, nel suo intervento conclusivo del XX congresso nazionale, ha rivolto un avvertimento deciso a Maurizio Landini, segretario della Cgil, a cambiare rotta e ad abbandonare il "lavoro usurante di transitare da un'eroica sconfitta all'altra".
L'urgenza, infatti, è rappresentata dal nuovo Patto sociale proposto dalla premier Meloni proprio sul palco della Cisl giovedì scorso. "Il dibattito di questo congresso - ha sottolineato - ci consegna una convinzione chiara: per affrontare adeguatamente le sfide che abbiamo di fronte è urgente un nuovo Patto sociale", ovvero un'ampia coalizione politica e sociale è fondamentale per il progresso del Paese. La leader della Cisl ha fatto riferimento anche alle dichiarazioni di Meloni, che ha lanciato un chiaro messaggio di apertura verso il sindacato disposto a dialogare. "Le parole della presidente Meloni vanno in questa direzione. Ha riconosciuto la necessità di superare la logica dello scontro ideologico, di rifondare il rapporto tra impresa e lavoro in modo collaborativo, e ha manifestato apertura verso il dialogo sociale", ha detto Fumarola, augurandosi che "gli impegni assunti si traducano in un percorso concreto, volto a dare una direzione al cambiamento".
Esplicite anche le critiche alla linea più radicale della Cgil, rappresentata dal segretario Maurizio Landini. Fumarola ha evidenziato l'importanza di una contrattazione basata sul dialogo, rifiutando gli estremismi. "Non accettiamo lezioni da chi, con altri governi, ha firmato accordi da zero-virgola senza battere ciglio", ha detto, criticando l'approccio di Corso Italia, barricadero con gli esecutivi di centrodestra e docile con quelli di sinistra. Dinanzi agli "improbabili insegnamenti" impartiti da Landini, Fumarola ha rivendicato come da 75 anni la Cisl si batta per "la contrattazione articolata" la cui ultima declinazione è proprio la legge sulla rappresentanza approvata pochi mesi fa dal Parlamento. Poi, la stoccata a Landini. "È un lavoro usurante quello di transitare da un'eroica sconfitta all'altra", ha proseguito, riferendosi al flop referendario della Cgil.
Ovviamente, Fumarola non ha rinunciato all'idea di un sindacato unito sulle questioni più urgenti del lavoro, a partire da quella salariale. Ma con una premessa chiara. "L'unità non è un fine in sé, ma un mezzo per dare più forza alle nostre battaglie", ha rimarcato rivolgendosi agli amici di Cgil e Uil: "Lavoriamo insieme, costruiamo alleanze concrete sui contenuti, scegliamo un metodo condiviso", ma "nessuno può pensare di esercitare un'egemonia che esiste solo nella testa di qualche reduce del Novecento".
D'altronde, la piattaforma di Fumarola non si discosta molto da quella del predecessore Luigi Sbarra e non prefigura un ruolo subalterno rispetto a Palazzo Chigi. "È necessario promuovere una nuova politica espansiva dei redditi che aumenti salari e pensioni, lanci una vera strategia industriale, promuova investimenti nella Pa, nel socio-sanitario, assunzioni e stabilizzazioni nella scuola", ha detto chiedendo restituzione del fiscal drag e flessibilizzazione dell'età pensionabile.
E proprio da Sbarra, ora sottosegretario con delega al Sud, sono giunti gli auguri di buon lavoro alla Cisl che "conferma la propria forza come grande organizzazione autonoma, riformista, partecipativa". Anche il vicepremier Antonio Tajani ha risposto presente all'appello di Fumarola sottolineando che "il governo dovrà fare la sua parte riducendo la pressione fiscale".