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La Cisl dice sì a rigassificatori e trivellazioni. E Sbarra bacchetta i professionisti del "no"

Il sindacato chiede più risorse nel dl Aiuti-ter: "Un milione di posti a rischio". Priorità contratti e stop alla Fornero: "Il lavoro flessibile deve costare di più"

La Cisl dice sì a rigassificatori e trivellazioni. E Sbarra bacchetta i professionisti del "no"

«Ci piacerebbe vedere i partiti misurarsi sulla sfida di una nuova politica energetica perché in questo paese le follie dei professionisti del no ci hanno consegnato al ricatto di Gazprom». Il segretario della Cisl, Luigi Sbarra, presentando l'agenda del sindacato per il nuovo governo conferma che Via Po non è orientata sulla via del massimalismo, soprattutto in ambito energetico. Occorre, prosegue Sbarra, «investire potentemente sulle infrastrutture energetiche più di quanto abbiamo fatto nel passato; significa dire finalmente sì ai termovalorizzatori, al potenziamento della Tap, significa rafforzare l'estrazione dai nostri giacimenti nazionali, significa puntare ancora di più sulle rinnovabili e sulle nuove tecnologie, significa in una parola accelerare gli investimenti per concretizzare subito i due rigassificatori di Piombino di Ravenna a cui ne ricordo un terzo, quello di Gioia Tauro, annunciato dieci anni fa e mai realizzato».

Ma anche a questo esecutivo, in ambito energetico, Sbarra ha chiesto uno sforzo. Con il dl Aiuti ter, osserva «bisogna rafforzare protezioni e sostegno a lavoratori, famiglie e anche al sistema imprenditoriale». Bisogna rafforzare il credito di imposta «sia per le imprese energivore sia per le altre», «bisogna introdurre ammortizzatori sociali scontati» e «dobbiamo cominciare a discutere col governo e con le associazioni datoriali anche a forme di integrazione al reddito delle persone». Un menu molto ricco che comprende «un tetto sociale al prezzo dell'elettricità separandolo da quello del gas» e l'allargamento della soglia Isee per il bonus bollette «da 12mila ad almeno 15mila euro». Infine, l'esenzione Iva sui beni di largo consumo «per le fasce deboli». Come recuperare le risorse? «Si può alzare ulteriormente la tassazione sugli extra profitti delle imprese energetiche allargandola anche alle multinazionali dell'economia digitare e della logistica», poi anche l'extragettito Iva e gli stanziamenti inutilizzati di altri decreti. «Ove necessario si può anche ricorrere ad uno scostamento di bilancio: tutto ciò che salva imprese e posti di lavoro è da considerare debito buono», conclude Sbarra ricordando che sono a rischio almeno un milione di occupati a causa della crisi energetica.

Insomma, lo slogan di Sbarra è molto riformista. «Per noi non c'è sviluppo senza innovazione e non ci può essere innovazione senza lavoro ben retribuito». I dodici punti sottoposti al nuovo esecutivo, tuttavia, aprono nuovi fronti e insistono su quelli antichi. Rinnovo di tutti i contratti di lavoro, pensione anticipata con quota 41 o a 62 anni di età e «sconfiggere la precarietà senza demagogie e valorizzando la buona flessibilità», rimarca Sbarra che, dopo tante aperture, cerca un punto di contatto con Cgil e Uil. «Il rapporto di lavoro a tempo indeterminato dovrebbe costare di meno, molto di meno rispetto alle altre tipologie», afferma. Da una parte sgravi e bonus contributivi, dall'altra maglie strette. Confcommercio non ci sta. «Non serve renderli più costosi. Perché il punto di fondo è che vi sono esigenze strutturali di buona flessibilità governata e contrattata», replica la vicepresidente Donatella Prampolini.

Per il resto nessuno sbilanciamento, ma a Via Po - occorre dirlo - il «metodo Draghi» è molto piaciuto.

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