Antonio Tajani ha presentato una proposta di scudo monetario che dà luogo a una politica monetaria fiscale di grande respiro che non genera effetti pericolosi per il nostro debito pubblico. A differenza di quelle del governo che danno luogo a effetti perversi per la sostenibilità del nostro debito, facendo salire verso l'alto lo spread e - nello stesso tempo - sono inadeguate quantitativamente.
Con il progetto di Tajani, che è anche vicepresidente del Partito popolare europeo, e ragiona nello scenario dell'Europa, noi possiamo mettere in campo 30 miliardi annui di spesa pubblica in più senza compromettere il mercato del nostro debito, perché esso si avvale di uno scudo monetario, che ne sterilizza gli effetti per il mercato nazionale e internazionale del nostro debito. Il progetto del governo di 7 miliardi, portando il nostro deficit al 2,5% vale un terzo di quella di Tajani cosicché non risolve l'intreccio dell'impatto negativo del ciclo recessivo e del fabbisogno specifico immediato per le regioni colpite dal virus. Spinge verso l'alto lo spread e lascia il sistema bancario nel rischio causato dall'intreccio negativo. Chiedere l'ok a più deficit e debito, senza sterilizzarli, è come chieder al papà soldi per comprar la droga.
Lo scudo monetario di Tajani, invece, serve anche a mettere in sicurezza il sistema bancario. La ragione per cui con il progetto Tajani il credito al governo non si traduce in nuovo debito pubblico che va sul mercato è che esso può venire assorbito dalla Bce con uno strumento di politica monetaria non convenzionale utilizzato dalla banca centrale degli Usa (la Federal Reserve) e da altre banche centrali, che Draghi adottò per la Bce per combattere la deflazione e assicurare la stabilità monetaria: il QE, quantitative easing che consiste nell'acquisto da parte della banca centrale di debiti dello Stato, di grandi enti e imprese pubbliche e semipubbliche come la Cassa deposti e prestiti, le Ferrovie, l'Enel, l'Eni, la Sace (ente statale che assicura i crediti del commercio estero), di debiti regionali e di grandi comuni e di operatori privati con garanzie pubbliche.
La ragione per cui le banche, col progetto Tajani, vengono messe in sicurezza nel loro finanziamento a imprese in difficoltà è che la Bce in emergenza- può adottare un'altra politica monetaria non convenzionale, le cosiddette Tltro (Targeted Longer-Term Refinancing Operations) operazioni di rifinanziamento a più lungo termine, che essa adoperò nel 2016 e fino al marzo 2017, per sostenere l'erogazione del credito bancario all'economia. Poiché l'emergenza virus si somma al rischio di recessione, ci sono i requisiti per queste misure eccezionali, per l'Italia e tutta l'Europa. Sottolineo che il programma che Tajani presenta non è solo di emergenza, come quello governativo sin qui, è anche strutturale, perché serve per finanziare lo sblocco degli investimenti pubblici col modello del Commissario del Ponte Morandi e facendo rivivere la legge obbiettivo di Berlusconi.
Il progetto Tajani serve anche per incentivare gli investimenti privati con esoneri fiscali totali (no tax area), imposte piatte, cedolari secche nelle aree rosse e arancioni in crisi, nel turismo, nei distretti del Sud
in via di sviluppo, in aree di crisi industriali (Taranto) e per il rilancio del settore immobiliare. Anche il trasporto così si riprende. E non è solo un progetto per l'Italia; è un progetto di cui l'Europa ha necessità.
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