Una telefonata per esprimere la sua vicinanza e per assicurare che farà quanto è nelle sue possibilità sul caso Ilaria Salis. Il presidente della Repubblica Sergio Mattarella chiama Roberto Salis, il padre della 39enne detenuta da 13 mesi nel carcere di Budapest. É la risposta immediata del capo dello Stato alla lettera che lo stesso Salis nelle ultime ore aveva annunciato di aver inviato al Colle. Di fatto una richiesta disperata di aiuto, dopo che giovedì è stata rigettata l'istanza dei domiciliari in Ungheria. Un colpo alle speranze della famiglia, che dopo aver trovato un appartamento a Budapest e offerto 40mila euro di cauzione confidava in un esito positivo. «Speravo fossero giorni diversi», ha detto anche Mattarella nel corso della telefonata. Ha aggiunto di comprenderne bene lo stato d'animo e gli ha espresso vicinanza. Avrebbe anche assicurato che farà quanto è nelle sue possibilità, che non sono così ampie sul piano operativo e che passano comunque attraverso il governo.
Salis aveva segnalato al Quirinale la disparità di trattamento con l'altro cittadino italiano coimputato nel processo, Gabriele Marchesi, che era stato fermato in Italia a seguito di un mandato d'arresto europeo, ma che da pochi giorni è tornato in libertà dopo che il tribunale di Milano ha deciso di non concedere l'estradizione per le condizioni detentive in Ungheria. Il capo dello Stato avrebbe sottolineato proprio «la differenza tra il nostro sistema, ispirato ai valori europei, e il loro sistema», una «disparità che colpisce la nostra pubblica opinione», essendo quello guidato da Orban uno Stato membro dell'Ue.
Mattarella «ha ribadito la sua vicinanza personale a me e alla famiglia - ha riferito Roberto Salis - e mi ha garantito il suo personale interessamento al caso. Lo ringrazio per la solerzia con cui mi ha risposto in meno di 24 ore e soprattutto per la sensibilità e la vicinanza al dramma che sto vivendo con la mia famiglia. Siamo tutti molto contenti e lo sarà anche Ilaria quando la sentirò, è stata una telefonata molto cordiale di circa cinque minuti che mi ha fatto molto piacere e alla fine ci siamo fatti gli auguri di Pasqua». Non perde la speranza, in attesa del ricorso che i suoi legali depositeranno dopo Pasqua contro il diniego dei domiciliari: «Sui domiciliari potrebbe essere qualche opportunità anche prima del 24 maggio».
Sullo sfondo resta la possibile candidatura di Ilaria Salis alle Europee con il Pd, e l'ipotesi dell'immunità parlamentare. I dem plaudono al gesto di Mattarella. Che per Debora Serracchiani «ha dato un grande segno di attenzione umana e istituzionale al padre di Ilaria Salis e al contempo a ogni cittadino italiano, ai quali ha detto: non siete soli. Di gesti del genere credo abbiano bisogno tutti quanti si trovano a vivere situazioni di compressione dei diritti della persona». Il segretario di Più Europa, Riccardo Magi, attacca il «silenzio colpevole di Meloni. Quella di Salis appare sempre di più come una detenzione politica: chiedere con forza il rientro in Italia, per un patriota dovrebbe essere il minimo».
Per Maurizio Lupi, Noi Moderati, le parole di Mattarella «sono l'espressione della vicinanza di tutte le istituzioni. Invitiamo a non politicizzare la vicenda, è sbagliato e controproducente, lasciamo lavorare la diplomazia e gli avvocati».
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