Politica

Colle e Viminale ai ferri corti. Matteo minaccia le dimissioni

Dopo la querelle di un mese fa a Taranto, il caso Diciotti ora va oltre la questione della semplice accoglienza

Colle e Viminale ai ferri corti. Matteo minaccia le dimissioni

«Se vuole intervenire il presidente della Repubblica, lo faccia. Se vuole intervenire il presidente del Consiglio, lo faccia. Ma non con il consenso del ministro dell'Interno e del vicepresidente del Consiglio». Poche parole, buttate lì a sera da Matteo Salvini durante i venti e passa minuti di diretta Facebook. Quasi fossero un inciso, senza alcun riferimento polemico e con il tono tranquillizzante di chi sta dicendo una banalità. In verità, niente altro che la conferma del gigantesco strappo istituzionale che si è andato consumando durante tutta la giornata di ieri, caratterizzata da un vero e proprio braccio di ferro che ha coinvolto Quirinale, Palazzo Chigi e Viminale.

Se il Colle si limita a far sapere che il presidente della Repubblica «segue» la vicenda «con attenzione», chi ha occasione di parlare con Giuseppe Conte racconta di contatti diretti tra lui e Sergio Mattarella già nelle prime ore del pomeriggio. Dopo la querelle di un mese fa a Taranto, infatti, la vicenda della Diciotti, ancora una volta va oltre la questione della semplice accoglienza dei 177 migranti a bordo. Intanto ci sono i 29 minori ancora sulla nave (autorizzati a scendere in serata), poi c'è l'ipotesi che si stia configurando il reato di sequestro di persona (lo dice il procuratore di Agrigento Luigi Patronaggio) e infine non è escluso un possibile conflitto tra poteri dello Stato, visto che a una nave militare italiana viene impedito da giorni di attraccare in un porto nazionale. Per non parlare del braccio di ferro diplomatico con l'Europa che, nonostante l'impegno del ministro degli Esteri Enzo Moavero, non sembra avere alcuna intenzione di farsi carico dell'accoglienza del 177 della Diciotti.

Insomma, una miscela esplosiva. Ed è per questo che dal Quirinale viene chiesto a Conte di prendere «una posizione chiara» ed è sempre in questa chiave che alcuni leggono la presa di posizione del presidente della Camera Roberto Fico. Il premier - raccontano a Palazzo Chigi - avrebbe inizialmente rassicurato Mattarella, per poi usare toni decisamente diversi nel pomeriggio, quando posta su Facebook un duro affondo contro l'Europa. «Vuole battere un colpo? L'Italia è stata abbandonata», attacca.

Una virata arrivata dopo un acceso confronto con Salvini che sul punto non è disposto a passi indietro. Lo avrebbe detto chiaro e tondo sia a Conte che a Luigi Di Maio, spiegando di essere pronto a dimettersi.

Un messaggio che il vicepremier ha chiesto fosse recapitato anche al capo dello Stato.

Commenti