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Letta prepara il pallottoliere. Ma il Pd lo isola sul Colle

Enrico Letta spinge per Mario Draghi al Colle, ma l'assemblea del 13 si preannuncia movimentata: le principali correnti Dem vogliono il Mattarella bis

Letta prepara il pallottoliere. Ma il Pd lo isola sul Colle

"Non sono poi molti i parlamentari del Pd che vogliono che Mario Draghi venga eletto al Colle". La fonte, che preferisce l'anominato ma che è vicina all'area Dem di Base Riformista, svela quale sia il clima al Nazareno in prossimità dell'assemblea del 13 gennaio. Quella che dovrà decidere la linea del Partito Democratico sul futuro del Quirinale.

Il segretario Enrico Letta, avendo ormai perso o quasi le speranze in un bis del presidente Sergio Mattarella, vorrebbe premere l'acceleratore sul trasferimento al Quirinale di Mario Draghi, provando magari al contempo a giocare una partita personale o quasi per la premiership: la narrativa Dem tende a sostenere che, senza il trasloco dell'attuale premier al Colle, accadrebbe un disastro.

Però il vertice del Partito Democratico ha un problema che può interessare larghe fasce del Parlamento ma che sta diventando evidente, in prima battuta, proprio in seno al Pd: "Non credo proprio - annota la fonte che ha voluto parlare con ilGiornale.it - che i cosiddetti franceschiniani siano favorevoli a Draghi presidente della Repubblica. Franceschini vuole giocare per sé, un po'su tutte le ruote".

La mappatura del Pd, in vista dell'assemblea decisiva del prossimo 13 gennaio - quella che dovrebbe definire la linea - prevede insomma che Base riformista, i "giovani turchi" di Matteo Orfini (che ha detto persino che Mattarella andrebbe votato contro la sua volontà) ed i centristi franceschiniani non siano affatto persuasi dalla suggestione Draghi al Quirinale. Letta, insistendo sul presidente del Consiglio in carica, rischia di proporre un nome poco condiviso. Poi la politica e lo scorrere del tempo possono cambiare le carte sul tavolo ma, ad oggi, molti elementi suggeriscono come quella del segretario sia una convinzione ritenuta forzata dalla maggioranza dei suoi.

"Il governo non funziona - arriva a dire un parlamentare al Giornale.it -. Le pare normale - continua - che sul Pnrr non si capisca niente?". Trattasi di dichiarazioni che a microfoni aperti non verrebbero pronunciate ma risultano comunque utili a comprendere che aria tiri: esiste persino qualche insofferenza sull'andazzo odierno, ma non esistono soluzioni semplici ed alternative allo schema su cui si regge questo esecutivo.

Che Draghi debba rimanere a Palazzo Chigi, poi, qualche altro parlamentare lo afferma anche in pubblico: "Personalmente - ci dice l'onorevole Martina Nardi - penso che Draghi sia più utile che continui a fare il presidente del Consiglio. Potrebbe essere una risora anche in chiave europea tra qualche anno", annota la deputata Dem, forse riferendosi alla possibilità di succedere alla presidenza della commissione dell'Unione europea. La Nardi pensa pure che la "irritazione" della Lega dipenda più dal "clima pre-elettorale del Quirinale" che da "questioni di merito legate ai provvedimenti in corso".

Il 13 gennaio si avvicina ed Enrico Letta, pallottoliere delle correnti alla mano, se non è solo risulta quantomeno isolato.

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