Marcello Marchesi aveva previsto tutto: «Che bella età la mezza età, tranquillità, serenità..». È proprio quella fascia, dai quaranta ai cinquanta e oltre, che se la sta spassando in modo clandestino, addossando tutte le colpe e gli errori ai giovani e annunciando che è ora di tagliare gli anziani non più utili e necessari. Sono loro a farla franca, e lo dico per diretta esperienza, organizzando cene e aperitivi nelle loro dimore, ignoranti e spavaldi se ne fottono di decreti governativi e norme comunali, tanto si sa che le responsabilità stanno altrove, negli assembramenti pubblici di «ccciovani» o nei convegni per tressette e chiacchiere condominiali degli iscritti terza età. Loro no, puri, innocenti nel duro ruolo di padri e di figli, costretti a gestire la voglia pazza di uscite e raduni dei loro pargoli o le paturnie diurne e notturne di nonne e nonni. E allora che fanno? Fingono preoccupazioni e provvedono a imbandire le tavole, roba veloce perché alle ventidue gli ospiti dovranno fare ritorno ai rispettivi domicili, ma volete mettere il gusto di un drink e di una chiacchiera tra amici, magari un abbraccio galeotto, chissà anche un bacio, comunque nessun distanziamento e via le mascherine griffate, con un ghigno che accompagna la recita. La mezza età non ha bisogno dell'app Immuni, lo è a prescindere viste le segnalazioni di vicini di casa e portinerie associate. Immune da colpe specifiche, immune dal dovere che invece dovrebbe riguardare gli under e gli over, loro sì da tenere sott'occhio, da controllare sulle panchine dei parchi e davanti ai sushi bar. Malinconia di una generazione di mezzo che non ha gli attributi per dare l'esempio, che scarica il dovere e si tiene il diritto, che chiagne e fotte. Ci siamo passati tutti e ci passeranno i ragazzi e le ragazze di oggi, una stazione di allegria matura, di coscienza superiore e di privilegio, là dove, ovviamente, esista il lavoro e non la preoccupazione dello stesso.
Potrei rivelare uno, due, dieci casi di raduni casalinghi, non soltanto nelle festività natalizie che furono, di amici spacciati per congiunti, di finti tamponi, di una negatività mentale contro la quale non c'è arma, non ci sono soluzioni. Aveva ragione Marcello Marchesi «la gioventù prima o poi finisce, la mezza età non finisce mai».
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