Roma Alfio Marchini vuole volare alto. La sua squadra di governo sarà presentata a giorni, così da lanciare il rush finale della sua campagna elettorale. Una squadra dalla quale il candidato del centrodestra per il Campidoglio si aspetta ulteriore slancio, visto che si tratterà di personaggi «di altissimo profilo», dice, anche non organiche al centrodestra ma che comunque «hanno deciso di starci accanto in questa fase».
Ed è proprio questo il caso del primo nome fatto trapelare dallo stesso Marchini in tivù l'altra sera: quello di Michele Placido, il popolare commissario Cattani delle prime quattro serie della «Piovra»; attore teatrale, produttore, regista e protagonista di una sterminata lista di film dei generi più variegati: dalla commedia all'italiana alla denuncia sociale. Del tutto estraneo all'area di centrodestra, Placido in passato è stato fervente anti-berlusconiano, arrivando a dire, una volta, che «doveva strozzarsi da solo» e che «su di lui bisogna vigilare moltissimo». Ma Marchini ha già pensato a lui per la cultura strappando un «sì».
La conferma è arrivata a stretto giro di posta dallo stesso attore di origine foggiana, che a 70 anni si è dichiarato disponibile «a dare una mano senza incarichi ufficiali o etichette, a costo zero, sia chiaro... Perché non aspiro a fare politica o l'assessore, ma se mi si chiede un consiglio sono pronto a mettermi a disposizione, anche a riparare una buca con la pala». Tutto in virtù di un rapporto personale di stima e amicizia per Marchini (Placido è anche lo zio di Alessandro Onorato, consigliere uscente di Marchini e ricandidato come capolista).
«Grazie alle sue competenze imprenditoriali - dice Placido -, Marchini sarebbe in grado di governare una capitale che straborda di problemi; ci vuole polso, qualcuno che non si fa trascinare dagli inciuci». D'altra parte, ha ricordato Placido, l'aveva già fatto per Veltroni.
«Certo, c'è chi mi ha chiamato e mi ha chiesto: ma che fai Michele, voti Marchini, ma lo sai che quello sta con Storace? Ma io a Storace non darei mai il mio voto, come non lo darei a Berlusconi. Sappiamo però, inutile negarlo, che esistono le alleanze...».
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