Il compromesso tra i 28 Paesi dell'Unione tutto sommato è soddisfacente perché ha consentito all’Italia di portare a casa il 70% dei punti messi sul tavolo al vertice Ue sui migranti. Lo descrivono così alcune fonti italiane a Bruxelles. "Sapevamo che il vertice non era sotto dettatura", viene spiegato, ed ancora non è finita per il lavoro che dovrà essere fatto per rendere operative le decisioni assunte.
"Partivamo da zero e l’alternativa era o far saltare il tavolo (l’Italia ieri aveva ventilato l’ipotesi di un suo veto al documento conclusivo, ndr) o portare a casa il più possibile, obiettivi importanti che vanno dall’approccio multilaterale al fenomeno migratorio: le ong che devono rispettare le leggi, il principio che chi sbarca in Italia sbarca in Europa, lo stop ai meccanismi che collegano salvataggi delle persone e accoglienza nello stesso Paese di arrivo, e la riforma del trattato di Dublino".
Le stesse fonti non negano che dai paesi Visegrad (Polonia Repubblica Ceca Slovacchia Ungheria) ci siano stati interventi duri e che l’Italia abbia dovuto tenere il punto in modo altrettanto risoluto. Anche se dopo il loro intervento l’impegno fra i Paesi poteva diventare per intero vincolante.
Il presidente del Consiglio Giuseppe Conte, che stamani ha sentito sia Matteo Salvini che Luigi Di Maio, secondo le fonti sopra citate si è fatto valere. L'obiettivo, in ogni caso, è ridurre l’arrivo dei migranti (già da 150mila scesi a 20 mila, dicono dalla delegazione), lavorando tanto per limitare i flussi.- dal lunedì al venerdì dalle ore 10:00 alle ore 20:00
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