Un comunista in Calabria: tocca a «U lupu» Oliverio

Ha vinto, anzi ha stravinto u lupu (il lupo, ndr ). Visto il soprannome, il neogovernatore calabro Gerardo Mario Oliverio non è certamente noto per la bonomia. Ne sanno qualcosa i suoi colleghi del Partito democratico, il renziano Gianluca Callipo e il «tradizionalista» Gianni Speranza, letteralmente asfaltati alle primarie nonostante Oliverio partisse con gli sfavori del pronostico. Ma il navigatissimo politico (svolge questa professione ininterrottamente dal 1980, ndr ) non ha bisogno di santi in paradiso, nemmeno di «San Matteo da Rignano». Il suo 61,3% se l'è preso collegio per collegio, provincia per provincia, città per città. Combattendo come un vero lupo della Sila, senza lasciare nemmeno le briciole a un centrodestra diviso e in disarmo. Mai nessuno in Calabria aveva superato la soglia del 60%, persino il predecessore Giuseppe Scopelliti s'era dovuto accontentare del 57 per cento.

Iscritto al Pci da giovanissimo, ne diventò consigliere regionale nel 1980 e assessore nel 1985. Il Bottegone lo promuove «onorevole» nel 1992, resta a Montecitorio fino al 2006. Nel frattempo riesce a fare «bingo» per la sua città, San Giovanni in Fiore della quale è pure sindaco, facendosi approvare la legge per l'istituzione del Parco della Sila. I forestali calabresi gliene saranno eternamente grati. Il resto è storia recente: dal 2004 è stato presidente della Provincia di Cosenza. Con lui Cuperlo, Bersani e compagnia possono dire orgogliosi di aver piazzato la loro bandierina.

Sull'altro lato della barricata, il centrodestra si lecca le ferite. Non solo perché la candidata di Forza Italia Wanda Ferro s'è fermata al 23%, ma perché non è certa nemmeno del seggio in virtù della complicata legge elettorale. Nel caso, le dovrà cedere il posto qualche collega. Che la Calabria non fosse una Regione per donne lo si sapeva già: l'unica eletta in Consiglio è la piddina Flora Sculco, ma il seggio l'ha ereditato dal papà che ha saltato un giro per un problema di concussione. Forte di un mirabolante 8% il tandem Ncd-Udc, che correva da solo, esulta. Ma è una vittoria di Pirro perché i voti li ha portati Pino Gentile, vero ras del Cosentino, non certo Alfano e soci. I 5 Stelle, fermatisi poco sotto la soglia del 5%, non eleggono nemmeno un consigliere. L'onda lunga di Beppe Grillo s'è fermata. Ma forse questa non è più una notizia.

Gli anni di Oliverio alla Camera, dove è entrato con il centrosinistra nel 1992 ed è rimasto fino al 2006. Oliverio, 61 anni, è un veterano della politica e oggi fa riferimento alla vecchia guardia del Partito democratico. Si deve a lui l'approvazione della legge che ha istituito il Parco della Sila

Il dato finale dell'affluenza in Calabria.

Anche qui l'astensionismo è stato molto alto, anche se il neo governatore Oliverio ha toccato il record del 61,3% dei consensi, mai visto in regione. Anche il precedente presidente Giuseppe Scopelliti, ex Ncd, di si era fermato al 57%

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