Cronache

"Una comunità lager" Condannati i "padroni" del Forteto

Diciassette anni e mezzo al "guru" Rodolfo Fiesoli. Era accusato di violenze sessuali e maltrattamenti. Pene più leggere per altre 14 persone

"Una comunità lager" Condannati i "padroni" del Forteto

Condannati i vertici del Forteto. La comunità per minorenni in difficoltà del Mugello, che ha legato il nome anche a una cooperativa agricola considerata da Legacoop un fiore all'occhiello, era un luogo non di accoglienza ma di sevizie e violenze: così ha stabilito il tribunale di Firenze che ieri ha inflitto pene pesanti a carico dei vertici, a partire dal «profeta» Rodolfo Fiesoli, ispiratore e fondatore del Forteto.

La condanna per Fiesoli è a 17 anni e mezzo per violenza sessuale e maltrattamenti cui ha sottoposto numerosi ragazzi affidati alla comunità, molti dei quali hanno rivissuto i drammi subiti testimoniando davanti alla corte le sevizie. Il suo braccio destro, l'«ideologo» Luigi Goffredi, dovrà scontare 8 anni. Con loro sono state condannate altre 14 persone (le pene vanno da 1 a 8 anni) sulle 23 che erano state mandate a processo. Fiesoli, per il quale il pm Ornella Galeotti aveva chiesto una condanna a 21 anni, rimane a piede libero. Il tribunale ha inoltre stabilito provvisionali per 1.260.000 euro immediatamente esecutive a favore delle vittime. In alcuni risarcimenti è obbligata in solido anche la coop agricola.

La comunità del Forteto nacque negli Anni 70 per stravolgere l'idea di famiglia: poiché proprio le famiglie avevano traumatizzato i minori, questi dovevano crescere in modo diverso. Fiesoli e i suoi teorizzarono la «famiglia funzionale» (persone non sposate che fungevano da genitori), facevano il lavaggio del cervello a ragazzi e ragazze e li costringevano a pratiche aberranti, violenze comprese, anche omosessuali. «In quella comunità – ha detto il pm Galeotti nella requisitoria – si verificò per anni una sospensione delle leggi dello stato, attraverso un programma criminale in cui il Fiesoli “rapinava il sesso” ai ragazzini, con la complicità degli altri imputati».

Fiesoli e Goffredi erano già stati arrestati e condannati negli Anni 80 per reati analoghi (maltrattamenti e atti di libidine), ma continuarono le loro attività perché i tribunali per i minorenni non smisero di affidare minori al Forteto. Nel 2000 la Corte europea dei diritti dell'uomo sanzionò l'Italia per quanto vi avveniva. Fiesoli venne nuovamente arrestato nel 2011 dopo le accuse di alcune vittime che denunciarono anche lo sfruttamento del lavoro minorile nella coop agricola in cui erano impiegati.

A far luce sugli orrori del Mugello contribuì in misura determinante una commissione d'inchiesta bipartisan istituita dalla regione Toscana nel 2013. «Oggi è un giorno importante - ha detto il consigliere regionale di Forza Italia Stefano Mugnai, presidente della commissione -: con questa sentenza, sulla cui sostanza non avevo dubbi, sul Forteto si scolpisce una verità giudiziaria che ristabilisce giustizia per le vittime di quel sistema abusante e che di fatto collima perfettamente con le drammatiche risultanze della commissione». La regione Toscana aveva elargito fondi come numerose altre istituzioni. Matteo Renzi, da sindaco di Firenze, aveva partecipato a un convegno sui metodi educativi del Forteto mentre i «big» della sinistra vi venivano immancabilmente condotti quando passavano per il Mugello. E quella delle responsabilità politiche e istituzionali, come rileva Mugnai, «è una pagina ancora da scrivere»: enti locali, tribunale, servizi sociali, coop, certi intellettuali. Il Forteto godeva di solidi agganci e il processo stesso ha rischiato a lungo di finire in niente.

Il difensore d'ufficio di Fiesoli, Sara Angelucci, attenderà le motivazioni della sentenza prima di presentare appello.

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