È lo stesso sindaco di Livorno, il pentastellato Filippo Nogarin, a darne notizia sulla sua pagina Facebook: «Sono indagato per concorso in omicidio colposo». Il primo cittadino è stato sotto torchio dei magistrati per cinque ore nell'ambito dell'inchiesta sull'alluvione che ha colpito la città lo scorso 10 settembre. In quel disastro persero la vita nove persone e la città venne invasa da acqua e fango. La Procura ha aperto subito un'inchiesta e adesso sono arrivati i guai anche per il sindaco del Movimento 5 Stelle. «Questa mattina - scrive sul social - sono stato interrogato dai pubblici ministeri di Livorno che stanno indagando sull'alluvione del 10 settembre. Mi è stato comunicato di essere indagato per concorso in omicidio colposo». Un fulmine a ciel sereno? nient'affatto: «Non sono stupito per questa indagine, visto che in quanto sindaco sono il diretto responsabile della Protezione civile comunale». Si professa innocente, Nogarin: «Io so di aver operato nel massimo rispetto delle leggi e delle procedure, ma è chiaro che davanti alla morte di otto persone (la nona è deceduta in un'incidente stradale e non fa parte del fascicolo, ndr) gli investigatori debbano approfondire ogni dettaglio ed esaminare la condotta di ciascuno degli attori in campo quella notte e non soltanto». E ancora: «L'ipotesi di accusa è molto pesante, sarei un irresponsabile e un pazzo se la sottovalutassi. Oggi ho fornito agli inquirenti tutte le risposte e le spiegazioni che mi sono state richieste e sono a completa disposizione dei magistrati per chiarire loro, anche nei prossimi giorni, ogni eventuale dubbio». Per ora non è presa in considerazione l'ipotesi «dimissioni» sebbene quello di farsi da parte qualora la magistratura accenda i fari è da sempre un cavallo di battaglia del Movimento. «Questo è un momento per me molto difficile, sia come sindaco che come uomo. Ma voglio rassicurare i miei concittadini - precisa Nogarin -: continuerò a lavorare con il massimo impegno e dedizione anche nei prossimi mesi per portare a compimento quel percorso di miglioramento della città di Livorno, che abbiamo cominciato ormai 3 anni e mezzo fa».
Il consenso del sindaco di Livorno, tuttavia, continua a precipitare. Di tegole sulla testa, il sindaco, ne ha già ricevute parecchie. È indagato, per esempio, per turbativa d'asta. La vicenda riguarda una gara indetta a inizio del 2017 dal cda di Spil, società partecipata al 61,4% dal Comune di Livorno, per l'individuazione di un advisor legale, che seguisse le procedure per la richiesta di concordato preventivo. In pratica un ente che mettesse a posto i conti disastrati della partecipata che aveva accumulato qualcosa come circa 40 milioni di euro di debiti. Proprio a causa della mole dei debiti, il sindaco aveva prontamente innalzato la tassa sui rifiuti; e i cittadini gli hanno immediatamente voltato le spalle.
A darne notizia un servizio del Sole24Ore che impietosamente rivelava come, nel 2017, il gradimento del sindaco fosse precipitato al penultimo posto dei primi cittadini della Toscana. Nogarin aveva fatto spallucce: «Siamo qui per governare, non per piacere». Vero. Ma viene da pensare: chissà fino a quando?
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