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Caos Consiglio regionale per la "concorsopoli Pd": si è dimesso il presidente

L'area che fa capo al governatore incassa un duro colpo: le dimissioni di Buschini, zingarettiano di ferro, a seguito delle assunzioni "anomale" alla Pisana

Caos Consiglio regionale per la "concorsopoli Pd": si è dimesso il presidente

Salta una testa eccellente del Pd nel Lazio a seguito della vicenda "Concorsopoli", ossia le assunzioni a tempo indeterminato alla Pisana di 16 partecipanti a un bando del comune di Allumiere (RM). È quella del presidente del Consiglio Regionale del Lazio Mauro Buschini, esponente di spicco del Partito Democratico e vicinissimo al Governatore Nicola Zingaretti.

Le sue dimissioni, decise nella serata di ieri di concerto con l'ex segretario dem, sono state comunicate ufficialmente in mattinata, durante una riunione d'urgenza dei capigruppo alla Pisana. Il tutto dopo una dura offensiva dei consiglieri d'opposizione, ma pure dell'ex sindaco di Roma Ignazio Marino (che su Repubblica aveva parlato del "criterio della fedeltà a una corrente o al politico di turno" capace di prevalere su quello del merito) e di alcuni membri dello stesso Pd, come il deputato Matteo Orfini che aveva dichiarato: “È sconcertante, è necessario fare chiarezza subito e senza timidezze”.

Lo sconcerto di Orfini si riferisce alle modalità con cui sono avvenute le assunzioni.

Il meccanismo è il seguente: quando un ente deve assumere personale può attingere dalle graduatorie stilate in uno dei paesi limitrofi. I partecipanti ai bandi di concorso, infatti, lo fanno sperando di entrare nelle graduatorie, a prescindere dal posto in sé, ma augurandosi che da un comune vicino, magari più importante, possano essere pescati proprio da quell'elenco. Ancor meglio se, anziché un comune, ad attingere alla graduatoria sia una Regione.

Come infatti è accaduto: la Pisana, alla ricerca di 16 funzionari, ha assunto proprio alcuni dei partecipanti al bando di Allumiere, dove erano risultati idonei in 90 a fronte dei soli 5 posti da coprire. E tra questi 90 c'erano profili da anni impegnati in politica, non solo nel Pd ma pure (in minima parte) in altri partiti come M5S e Lega.
Tutto formalmente legale.

A destare scalpore, però, sono stati i nomi dei "fortunati". Tra loro, anche due collaboratori di Buschini: Matteo Marconi, segretario del Pd di Trevignano Romano, Arianna Bellia, assessore Pd di San Cesareo, come pure un componente del circolo dem di Frosinone (feudo di Buschini). Lo stesso sindaco del comune dell'hinterland romano, Antonio Pasquini, da tre anni collabora con Buschini.

Alla luce di queste associazioni dirette, quantomeno "inopportune", l'esponente della corrente Pensare Democratico, di cui fanno parte anche Francesco De Angelis e Sara Battisti, ha deciso di fare un passo indietro.

Anziché lasciare, però, l'ormai ex Presidente del Consiglio Regionale ha deciso di raddoppiare, e da accusato vuole diventare accusatore.

Per dimostrare "buon senso" e fugare ogni dubbio sulla legalità del procedimento, Buschini ha già proposto, nella scorsa seduta d'aula, l'istituzione per legge di una Commissione Regionale permanente sulla Trasparenza da affidare a un esponente dell'opposizione. Ora, da "semplice" consigliere regionale, diventerà il primo firmatario della normativa. Fonti vicine all'ormai ex Presidente del Consiglio fanno specificano al Giornale.it che l'Ufficio di Presidenza ha contattato 126 Comuni, di cui solo 4 hanno risposto e solo 2 con graduatorie utilizzabili. In più le graduatorie in questione sono state usate anche altri enti locali (oltre 20 Comuni) e hanno dato luogo alle assunzioni di oltre 50 persone. Si tratta di istituzioni anche di fuori Regione come Alberobello in Puglia e amministrate da giunte di diverso colore.

Facendo leva su questa sorta di "memoria difensiva", in una lettera di commiato indirizzata ai consiglieri Pd, Buschini ha scritto: "Non vivo questa scelta come una resa né come un'azione dettata da impulsività sotto la pressione delle polemiche di questi giorni, ma come un atto di amore verso questa istituzione, per aiutare a fare chiarezza e garantire prestigio al nostro consiglio e al nostro lavoro. Sono certo che apprezzerete questo gesto che ritengo giusto per chi rappresenta e vive le Istituzioni".

Buschini paga anche per gli altri, però, poiché alla guida dell'Ufficio di Presidenza che ha ratificato le nomine c'era lui, ma di cui fanno parte anche i suoi due vice: il grillino Devid Porrello e il leghista Giuseppe Cangemi. E tra le investiture, infatti, ci sono anche nomi vicini a loro due.

Per questo, il consigliere di FdI, Chiara Colosimo, spiega al Giornale.it che "dovrebbero dimettersi tutti i componenti dell'ufficio di presidenza che ha dato il placet, indipendentemente dalle eventuali irregolarità che verranno nel caso accertate dalla Procura. A me interessa il risvolto politico della vicenda, e cioè l'assurda modalità utilizzata per la selezione. Ci sono dei documenti concorsuali mancanti e noi vogliamo vederci chiaro, perché qualcosa non torna né nelle tempistiche, né nella provenienza delle persone, né nella mancanza di 'quote rosa' previste dal concorso e che invece mancano totalmente, essendo tra l'altro tanto care al Pd. Ma ripeto, dovrebbero dimettersi tutti i componenti dell'ufficio di presidenza.

Non è accettabile che mentre gli italiani sono devastati dalle ripercussioni economiche della pandemia, ci possa essere stata anche solo la possibilità che qualcuno abbia voluto assumere gli amici degli amici".

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