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Quel condono targato Conte e i progetti esclusi dal Pnrr

Il governo nel 2018 ha chiuso un occhio sugli abusi edilizi. Due piani "ammissibili" rimasti senza risorse

Quel condono targato Conte e i progetti esclusi dal Pnrr

È il presente che riporta un passato di morte e devastazione. Le croci e le sofferenze, nulla di nuovo nell'orizzonte malato di un'isola che convive con frane e disastri da sempre. Le statistiche, impietose, danno la misura della forza che dalle viscere del tempo afferra le case e gli uomini, seminando lutti e rovine.

Polemiche & precedenti. Trenta vittime in centodieci anni circa, tre eventi disastrosi negli ultimi quindici anni, o poco più. L'emergenza è strutturale, i progetti di salvaguardia vanno a rilento, si mettono in coda nel grande ingorgo italiano, fra burocrazia e complicazioni varie, le soluzioni sono ancora lontane. Oggi ci sono i fondi del Pnrr e però non è che l'Europa ci abbia regalato la bacchetta magica, anzi per dirla tutta Ischia e le isole del Golfo sono rimaste tagliate fuori dalla pioggia milionaria di questi mesi. Nei mesi scorsi la Regione Campania aveva trasmesso al ministero delle Infrastrutture l'elenco dei progetti ammessi e di quelli finanziati con i soldi del Pnrr. Se si scorre la lista si scopre subito che Ischia non c'è, o meglio ci sono due progetti dichiarati ammissibili, ma rimasti senza risorse.

Cambierà qualcosa dopo questo ennesimo disastro?

Piernicola Pedicini, eurodeputato Verde, punta il dito contro decenni di abbandono e speculazioni: «La tragedia di Casamicciola è lo specchio di un territorio dove ai fatti e alle grandi opere si sono preferite le parole di cordoglio e le passerelle ipocrite». Insomma, siamo al solito vocabolario dei disastri italiani: la cementificazione selvaggia, gli incendi e la mancata prevenzione in un territorio segnato da mille fragilità.

Le responsabilità si rincorrono e si rimpallano, ma è evidente che i ritardi sono gravissimi e incolmabili.

Il leader dei Verdi Angelo Bonelli se la prende con il condono per Ischia, contenuto nel decreto sul ponte di Genova del 2018 e collegato alla ricostruzione post sisma. Si, perché nel catalogo dei guai non manca il terremoto che si era abbattuto proprio su Casamicciola il 21 agosto 2017. Le foto di quell'orrore, con 2 morti e 42 feriti, hanno fatto il giro d'Italia, anche se sono state velocemente dimenticate. Ma hanno lasciato un'eredità di polemiche e critiche senza fine. In pratica, con il condono del 2018, all'epoca del Conte I, si sarebbe chiuso un occhio su centinaia di interventi edilizi abusivi compiuti nell'isola in scempio a qualunque forma di rispetto dei precari equilibri preesistenti. Una sanatoria colossale, voluta dal governo giallo verde, con ben 28 mila richieste in un fazzoletto di terra che passa da una devastazione all'altra.

Il problema è che tutti i partiti o quasi se la prendono con quella politica accomodante che oggi pare orfana di padre. Il ministro delle Riforme Maria Elisabetta Casellati tuona: «La tutela del territorio non è mai stata una priorità di questo Paese». E la deputata forzista Annarita Patriarca disegna una prima risposta: «È fondamentale che nel più breve tempo possibile venga dichiarato lo stato di calamità naturale per Casamicciola». E ancora: «Mettiamo in sicurezza l'area montuosa dell'isola, utilizzando i fondi del Pnrr e impegnando le risorse regionali».

Discorso che non fa una piega e che però sembra scontrarsi con tutto quello che si è fatto finora, privilegiando altre dinamiche.

Torna la domanda chiave: come si stabiliscono le priorità?

Non va dimenticato che al clima di sfiducia e di confusione ha contribuito anche l'inchiesta sugli arresti per la metanizzazione dell'isola che ha indebolito la classe politica locale.

In particolare, alla fine il sindaco del Pd di Ischia Giosi Ferrandino era stato assolto e Renzi aveva twittato: «Di questa vicenda si è parlato molto in passato, se ne parlerà poco sui giornali di domani perché è assoluzione, ma se ne parlerà a lungo nei prossimi anni perché è una vicenda enorme».

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