Cronaca nera

Confessione choc: "Ho ucciso David Rossi"

Il killer di tre prostitute De Pau nel 2019 si attribuì l'omicidio. Ma i familiari l'hanno saputo ieri

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«Ho ucciso io David Rossi». Nella tragica vicenda del manager Mps precipitato dalla sua finestra della sede della banca di piazza Salimbeni a Siena ormai 11 anni fa, il 6 marzo del 2013, spunta un presunto killer che si è auto attribuito l'omicidio. Si tratta di Giandavide De Pau, alla sbarra a Roma per l'assassinio di tre prostitute (Xianrong Li, Jung Xia Yang e Marta Castano Torres) ripresi con il suo telefonino nel quartiere Prati nel novembre del 2022, a pochi passi dal tribunale penale di Roma. La rivelazione choc De Pau l'avrebbe fatta a due ufficiali di polizia giudiziaria che il 22 maggio 2019 furono a colloquio con l'uomo per altre vicende nel carcere di Regina Coeli, tali Piero Di Lorenzo e Michele Marri.

Lo spessore criminale del 51enne è di tutto rispetto: è considerato uno dei picciotti, anzi il factotum del boss di camorra Michele Senese, di cui è stato persino il fidato ex autista. Secondo il gip romano Guglielmo Muntoni è un soggetto capace di «particolare violenza e con capacità criminale» legata a «un uso disinvolto di armi per commettere reati». Come l'avrebbe ammazzato? Perché? Buio pesto. Perché la famiglia di David Rossi l'ha appreso ieri dal Corriere della Sera di Roma. Non c'è uno straccio di verbale né un documento della Procura di Siena, che ha archiviato la vicenda con il solito modello 45 (atti non costituenti notizie di reato).

Al Corriere l'avvocato Carmelo Miceli che assieme al collega Paolo Pirani assiste la famiglia di David Rossi sottolinea che un collegamento ci sarebbe: «Sappiamo che a un mese dalla morte di David questa persona si faceva fotografare in compagnia di Senese, un boss che controllava una batteria di calabresi». Con il Giornale si sbottona un po' di più: «La Procura di Siena avrà fatto le sue valutazioni, avranno fatto delle indagini ma noi non ne sappiamo niente. Ma stato notificato nulla. Domani (oggi, ndr) sarò lì per capirci di più. Mi pare di capire che non gli hanno creduto, altrimenti non capisco perché non si da seguito a queste dichiarazioni autoaccusanti», di cui però la famiglia di David Rossi è rimasta all'oscuro.

Non è il primo buco nero nelle indagini sulla strana morte del responsabile delle comunicazioni di Mps, la cui tragica fine ha lasciato molti interrogativi. Dalle incongruenze tra la postura del corpo in caduta e la dinamica suicidiaria con le strane ferite al polso e allo stomaco, dai festini gay a cui avrebbero partecipato assieme ad alcuni magistrati e politici della Siena bene, fino alla scena del crimine compromessa dagli inquirenti, come dimostrano le immagini diffuse dalle Iene, la cui inchiesta ha contribuito alla nascita della commissione d'inchiesta nella scorsa legislatura. Guardando le foto della scena del crimine prima e dopo il loro arrivo, è evidente che libri, oggetti e giacche vennero spostate. Ma senza commettere reato, secondo la Procura di Genova che ha archiviato le accuse dell'ex colonnello dei carabinieri Pasquale Aglieco ai magistrati senesi Aldo Natalini, Antonino Nastasi e Nicola Marini. Senza redigere alcun verbale. «Un atto atipico» che non ha compromesso le indagini per assenza di dolo.

Ma cosa legherebbe Pau a David Rossi? Di certo sappiamo che il killer delle prostitute aveva stretti rapporti con Michele Senese, detto o' Pazz. I due si erano conosciuti nell'ospedale psichiatrico di Montelupo Fiorentino, dove De Pau era stato ricoverato per un paio d'anni. Senese è legato alla 'ndrangheta, e proprio la pista calabrese era stata ipotizzata come possibile movente per gli strani affari a Mantova di un imprenditore originario della Calabria e correntista Mps. Forse la stessa pista di cui aveva parlato l'ex parlamentare di Forza Italia Giancarlo Pittelli in una conversazione captata dai pm che indagavano su di lui per i suoi rapporti coi boss: «L'hanno ammazzato, se si scopre chi è stato succede il finimondo». Suggestioni, certo.

Che si insinuano nei tanti buchi neri di una morte (ancora) senza una spiegazione logica.

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